Don Elia Comini fino all’ultimo respiro difese i più deboli e per questo suo spendersi instancabilmente per gli altri fu ucciso dai nazisti. Il primo ottobre 1944, durante una delle tante esecuzioni sommarie che sono tristemente riassunte con l’appellativo di "Eccidio di Marzabotto", con il suo corpo riuscì a proteggere dai proiettili della mitragliatrice Pio Borgia, uno dei tre superstiti della strage della Botte di Pioppe di Salvaro. Per questo motivo, e per come cercò di mettere in salvo i civili innocenti dalla follia omicida delle truppe tedesche dal giugno al settembre del 1944, ieri il Santo Padre ha certificato il suo martirio, attribuendogli un riconoscimento che ne comporta la beatificazione.
"Ringrazio Papa Francesco – a parlare è il cardinale arcivescovo Matteo Zuppi – per questo nuovo dono alla Chiesa di Bologna e ringrazio quanti hanno lavorato in questi anni per mettere in luce la storia esemplare di don Elia Comini e dei martiri di Monte Sole, di cui quest’anno ricordiamo l’80esimo anniversario. La sua e la loro memoria ci aiuterà a testimoniare nelle prove di oggi la forza dell’amore di Dio e la vicinanza alla gente". Tra i martiri di Monte Sole, il sacerdote salesiano va ad aggiungersi al beato Giovanni Fornasini e presto anche padre Martino Capelli, che con don Comini condivise le tribolazioni degli ultimi giorni, e don Ubaldo Marchioni, il parroco ucciso a Casaglia il 29 settembre ’44, dovrebbero ricevere lo stesso riconoscimento.
"In un mondo immerso nella tragedia di guerre e lotte fratricide – spiega il vicario generale del rettore maggiore dei salesiani, don Stefano Martoglio –, immemore dei drammi del passato, la testimonianza di don Elia Comini rifulge come quella d’un operatore di pace e di riconciliazione. Inoltre, la notizia giunge nel giorno in cui ricordiamo la nascita della Congregazione". La figura di questi religiosi è da sempre un punto di riferimento importante per chi ha vissuto nella memoria dell’Eccidio di Monte Sole, la più grande strage di civili compiuta dai tedeschi nell’Europa occidentale.
"La notizia relativa al processo di beatificazione di don Elia Comini – sono le parole del deputato Pd ed ex sindaco di Marzabotto, Andrea De Maria –, uno dei sacerdoti assassinati dai nazisti durante l’eccidio di Marzabotto, è molto importante. Lo è ovviamente sul piano religioso ma lo è anche come occasione di omaggio a chi ha sacrificato la vita, accanto alla propria comunità, colpito dalla barbarie nazifascista". Come salesiano Comini ha anche preparato i giovani più poveri ad entrare nel mondo del lavoro, una missione tutt’altro che facile durante il fascismo. "È importante fare memoria di quanto accaduto – conclude la presidente provinciale delle Acli, Chiara Pazzaglia –, per far sapere alle giovani generazioni che i nostri padri hanno conosciuto molto bene il male del nostro tempo. Occorre ricordare e celebrare per non dimenticare, perché tutto questo non debba più accadere".
Per quanto riguarda la celebrazione di canonizzazione, i salesiani, in accordo con la Chiesa di Bologna, hanno deciso di attendere la conclusione degli altri due processi di beatificazione attualmente in corso. Per padre Capelli, papa Francesco dovrebbe esprimersi nelle prime settimane di gennaio, per don Marchioni entro la fine di febbraio.