REDAZIONE BOLOGNA

Domenica prossima riaprono i supermercati

Nuova ordinanza regionale per tre settimane: librerie chiuse a Medicina, stop a tutte le attività di vendita il 25 aprile e il 1° maggio

di Francesco Moroni

Stop a tutte le attività di vendita per il 25 aprile e il primo maggio – escluse farmacie, parafarmacie, edicole e distributori di carburante –, ma da domenica i supermercati saranno riaperti. Il governatore della regione Stefano Bonaccini ha firmato nel pomeriggio di ieri un’ordinanza che riprende, integra e modifica le ultime disposizioni emanate dal governo per limitare i contagi del Coronavirus. E c’è un capitolo specifico per la librerie, cartolerie e negozi di abbigliamento per bambini, che potranno riaprire in tutto il territorio regionale come nel resto del Paese, ma non nel comune di Medicina, ex ‘zona rossa’, e nella frazione di Ganzanigo (oltre che a Rimini e Piacenza). Praticamente, nei principali focolai della regione. I cittadini della Bassa dovranno quindi rifugiarsi nella lettura dei libri che hanno in casa o affidarsi agli ordini online.

L’ordinanza, nello specifico, prolunga le misure già in vigore – e in scadenza domani – fino al 3 maggio: "Con l’avvicinarsi di due festività nazionali (25 aprile e primo maggio), nelle quali tutte le attività di vendita saranno chiuse, si è decisa la riapertura dei supermercati la domenica, per evitare un’eccessiva affluenza negli altri giorni feriali", si legge nel testo. Per il resto, vengono confermate le misure restrittive come il divieto di jogging o passeggiate e limitato ancora lo spostamento a piedi solo per ragioni di salute o per esigenze fisiologiche del proprio animale di compagnia, e sempre in prossimità della propria abitazione. A ristoranti, trattorie, rosticcerie, friggitorie, gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio e in generale a tutte le attività di produzione di cibo e alimenti, resta consentito solo il servizio di consegna a domicilio (il delivery sempre più in voga), nel rispetto delle disposizioni igienico sanitarie.

Sulla riapertura delle librerie si era già alzato il polverone prima della firma dell’ordinanza. Bonaccini deve aver ascoltato l’appello di Giorgio Santangelo, tra i fondatori de ‘La confraternita dell’uva’ di via Cartoleria, che aveva chiesto di "fare come in Lombardia e imporre la chiusura a tutte le librerie e cartolerie". Insieme a Santangelo, altri 153 librai (tra cui i bolognesi Arturo Balostro, Carla Bosi e la Libreria Trame) hanno scritto una lettera indirizzata al governo con due richieste: "Disposizioni chiare per quanto riguarda la sicurezza del mestiere, fatto di contatto e colloqui ravvicinati, e aiuti al settore, in difficoltà".

Ma se a Medicina è stato imposto il veto, non sarà lo stesso sotto le Due Torri, dove le librerie potranno riaprire. "Sono luoghi dove si fa cultura, è vero, ma non come i supermercati dove vai, se è vicino casa, compri quello che ti serve ed esci – sottolinea il socio del wine-bar –. La gente la sceglie perché c’è contatto e dialogo. Ora abbiamo dubbi e paure, non ci sentiamo tutelati: ecco perché martedì non riapriremo".