FRANCESCO MORONI
Cronaca

Dlf, incontro a fine mese. Ora deciderà Ferrovie. Associazioni in ansia:: "Non lasciateci fuori"

Offerta del Comune per acquisire l’area dopo l’inchiesta su Mohamed. Preoccupazione tra locali e realtà culturali sul futuro delle attività. I gestori dei campetti estranei all’inchiesta: "Noi non siamo criminali".

Dlf, incontro a fine mese. Ora deciderà Ferrovie. Associazioni in ansia:: "Non lasciateci fuori"

I tavolini esterni di ‘PizzArtist’, locale dentro il Dlf gestito da Omar Moahmed

Un primo incontro ci sarà entro fine mese. E potrebbe già dire qualcosa sul futuro del Dopolavoro ferroviario. Tutto, però, passerà dal tavolo tecnico istituito da Ferrovie per valutare nel dettaglio l’offerta avanzata dal Comune, nel tentativo – dopo poco meno di 20 anni – di entrare finalmente in possesso dell’area. È un futuro ancora nebuloso, quello del parco incastonato tra via Stalingrado e via Serlio, al centro della maxi inchiesta della guardia di finanza che ha portato all’arresto di Omar Mohamed: i reati vanno dal riciclaggio al tentato sequestro di persona, dall’usura al favoreggiamento della prostituzione, con l’aggravante del metodo mafioso.

"Per aderire all’offerta di acquisto avanzata dal Comune per una porzione del Dlf, è stato attivato un tavolo tecnico per la risoluzione degli aspetti legati alla vendita", tagliano corto da Fs Sistemi Urbani, costola del gruppo Fs. Ora tutti aspettano che la partita si sbrogli: lo spera il Comune, che più volte in quasi due decenni ha tentato di chiudere il discorso; lo spera l’associazione Dlf, che da dicembre 2023 "non ha più un contratto, ma va avanti grazie all’occupazione di suolo pubblico" con le varie realtà (come spiega la presidente Marzia Pasotti); lo sperano anche le associazioni e le società che dentro il Dlf da tempo animano attività sportive, eventi culturali e serate, e che dal caso Omar sono "assolutamente estranee".

Innanzitutto, l’associazione. Il dialogo con il Comune si è interrotto da tempo. Qualcuno pensa perché il sentore che in via Serlio le cose non andassero avanti nella massima regolarità, Palazzo d’Accursio lo avesse già. Ma non per la presidente Pasotti, che è convinta come gli ultimi fatti di cronaca siano diventati il pretesto per estromettere l’associazione: "Sono amareggiata, si sta usando questo caso per sbloccare una situazione che si trascina da anni – puntualizza –. Non è di certo colpa mia o di Omar se il Comune non è mai riuscito a trovare un accordo con Ferrovie. Noi avevamo anche avanzato il progetto di acquisire l’area per portare avanti la riqualificazione, donando la parte monumentale al Comune: l’associazione nazionale Dlf l’ha fatto per 45 strutture in Italia. Tra l’altro il Comune, diventando proprietario, avrebbe potuto accedere ai fondi Pnrr per sistemare la parte a lui donata. Ora il contratto è scaduto, restiamo in attesa di capire cosa succederà". Un dialogo incrinato che ora, di fronte alla richiesta di un incontro con il sindaco Matteo Lepore, non trova risposte.

Ma ci sono anche le varie realtà che il Dlf lo vivono, dal bar Kinotto all’associazione Baumhaus, dal ‘Fuori Orsa’ alla K.L. Sports. Ed è proprio quest’ultima, che all’interno comprende la Gioka Srl (di cui Mohamed era socio minoritario), a rivendicare "chiarezza" e che "non si faccia di tutta l’erba un fascio".

"Su 13 impianti, Gioka Srl ne gestisce solo uno – chiarisce Giuseppe Longobardi di K.L. Sports –. I quattro campi da calcetto del Dlf sono gestiti dal 2010 da noi, così come i tre per il tennis e quello di calcio a 11. I quattro campi da beach volley, invece, sono stati solo costruiti da Gioka con l’aiuto di un finanziamento bancario e poi dati in gestione alla società Active, professionista nel settore".

Longobardi punta il dito contro "il danno d’immagine" che la maxi inchiesta sta portando alla sua società, ma anche al Comune, "che dovrebbe subentrare alle ferrovie nella gestione del parco".

"Noi abbiamo sempre avuto una grande responsabilità, dato che ci troviamo dove in passato si sono intrufolati gli spacciatori e abbiamo provveduto a tenerli fuori – insiste Longobardi –. Siamo una realtà sana, con 700 tesserati, che quest’estate ha investito oltre 35mila euro senza nessun tipo di contratto né garanzia. Ci sono i corsi per i bambini e i contratti con le scuole di calcio. Non possiamo lasciare tutto dall’oggi al domani e ora aspettiamo solo di capire cosa succederà". Per K.L. Sports, tuttavia, un’eventuale acquisizione del Dlf da parte del Comune sarebbe "positiva".

"La aspettiamo da anni, perché abbiamo un progetto di riqualificazione già pronto e non sappiamo con chi interfacciarci – chiude Longobardi –: il Comune dice di non poter fare nulla, il Dlf non può fare nulla, Ferrovie non può fare nulla. Qui dentro, però, ci sono 17 associazioni che vogliono capire il proprio futuro. E ora siamo preoccupati, perché la paura che il Comune non faccia distinzioni e non voglia più trattare con noi c’è. Omar gestiva solo la pizzeria e a noi ha chiesto una parte di terreno dove ha costruito il campetto, senza che sapessimo niente delle sue attività: non vogliamo essere considerati dei criminali". Tutti, insomma, attendono il parere del tavolo tecnico di Ferrovie.