Bologna, 13 novembre 2023 – Il Centro regionale per i disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (Dna) si è trasferito all’Irccs Istituto Scienze Neurologiche, nel plesso dell’Ospedale Bellaria.
Nel padiglione G, è già operativa un’area volta allo sviluppo di attività di degenza, ordinaria e diurna, e a un servizio ambulatoriale specialistico dedicato ai disturbi alimentari di secondo livello. Malattie difficili che si insidiano nella mente dei giovanissimi e non solo, che hanno portato al Centro di riferimento nazionale 433 casi con 190 nuovi accessi solo nel 2022. La nuova sede nasce dalla necessità di “mettere a disposizione del team spazi più moderni e funzionali, dando una risposta alla domanda in crescita sulle problematiche dei disturbi alimentari, per questo abbiamo trasferito qui l’attività, ospitata da anni al Sant’Orsola – spiega il direttore generale dell’Ausl, Paolo Bordon -. Con la collaborazione tra le due aziende, si è fatto un ragionamento sulle opportunità: è meglio dedicare degli spazi a una serie di attività”.
La crescita dei disturbi alimentari
Il fenomeno legato alle malattie alimentari e della nutrizione sono in forte aumento, soprattutto dopo gli anni di pandemia da Covid. "Abbiamo avuto un incremento del 30% rispetto alle patologie che conoscevamo – afferma la professoressa Antonia Parmeggiani, neuropsichiatra infantile responsabile del Centro regionale -. Siamo molto ambiti anche a livello nazionale, per questo abbiamo sempre registrato molti ricoveri, ma ci sono stati 190 nuovi accessi nel 2022, con 433 pazienti seguiti. Il Covid ha peggiorato una situazione che aveva già un trend in incremento a causa di altri fattori sociali, culturali e familiari”.
Non si tratta solo di assistenzialismo, ma anche di ricerca: “Qua l’ambiente è tranquillo, ma è necessario che ci sia una rete con i servizi del territorio, i pediatri e i medici di medicina generale – aggiunge la professoressa Parmeggiani -. Ora lavoriamo in un ambiente accogliente, ma con una grande richiesta di intervento. Abbiamo letti disponibili tutto il giorno, un Day Hospital e anche un ambulatorio di secondo livello”. La presa in carico è molto varia. “La competenza della Neuropsichiatria infantile è dei giovani tra i 10 e i 18 anni, prevalentemente ragazze, ma c’è stato un aumento anche del sesso maschile – evidenzia Parmeggiani -. La patologia nel sesso maschile quando si presenta è particolarmente grave. I nostri ragazzi sono in un’età adolescenziale, e quelli che prendiamo in carico sono per questo percorso psico-nutrizionale seguiti da un equipe di lavoro che vede medici, psicologi e dietisti. Sono persone che hanno problematiche metaboliche importanti, anche con morbidità psichiatrica: spesso si associa al disturbo alimentare un disturbo d’ansia, di personalità o situazioni con contesti psico-sociali difficili”.
La sala giochi di Bimbo Tu
Le novità, oltre ai più ampi spazi, vedono anche “una sala giochi, perché abbiamo cercato di dedicare alle ragazze e ai ragazzi ospitati momenti di vita normale – continua Bordon -. E c’è anche una stanza dedicata alla scuola, cercando di ricavare spazi funzionali alla parte che si affianca a quella di cura”. E la trasformazione del nuovo punto di riferimento per momenti ludici e di svago è opera di Bimbo Tu, che all’interno del padiglione F del Bellaria ha donato un’area che riesce a uscire dalle mura ospedaliere, donando ai piccoli ricoverati una sala giochi del Day Hospital/Day Service Pediatrico, che ricorda loro di essere bambini prima di essere pazienti. Realizzata con il sostegno del Rotary Club e di Beneficentia Stiftung, l’area porta il nome di Lucrezia, che era “una bambina che Bimbo Tu porta nel cuore da anni – dice il presidente Alessandro Arcidiacono -. La sala ludica è per tutti i bambini e le bambine che frequentano i Day Hospital dell’Istituto delle Neuroscienze, della Neurochirurgia e Neuropsichiatria pediatrica. E l’abbiamo fatto con amore, pensando che ogni bambino potrebbe essere nostro figlio. Oltre ai piccoli ospiti abituali, ora si uniscono anche i ragazzi e le ragazze con disturbi alimentari, che hanno bisogno di attenzione e di amore che diamo”.