
Disegni di pace. I colori dei bimbi dell’Ucraina
A Kherson, in Ucraina, c’è una scuola di disegno per bambini. O meglio, c’era. Ne contava ottocento, di iscritti, prima dei bombardamenti. Quando scoppia la guerra, il 24 febbraio dell’anno scorso, la direttrice della scuola d’arte, Yulia Slipich, pensa ai suoi bambini, là dove si trovano: nei rifugi, nelle cantine, in fuga. Ne raggiunge cinquecento e visto che il mondo non possono né viverlo né vederlo, chiede loro di immaginarlo: "Disegniamo un mondo di pace, che vorremmo, il mondo di domani". Ieri, che era la Giornata della pace, i Musei Civici – con le tre sedi espositive del Museo Civico Archeologico, del Patrimonio Industriale e del Risorgimento – hanno partecipato alla mostra-evento diffusa in diverse città italiane Colors for draw peace. L’esposizione, curata da Natalia Siassina, Yulia Slipich, Giorgio Grasso e Kseniia Konstantynenko, ospita circa duecento disegni realizzati dai bambini che vivono a Kharkiv.
Sono disegni che esplodono di colori e, nella maggior parte, il soggetto è una colomba, l’uccello simbolo della pace, mentre dispiega le ali e spicca il volo. Mentre racconta il progetto, a Slipich mancano le parole, alterna le frasi a tremori e lunghissimi silenzi. "I nostri bambini sperano nelle cose più semplici – dice con un filo di voce –. Sperano che i propri genitori e parenti siano vivi. Che i loro papà tornino a casa, senza ferite. Sperano di smettere di studiare nelle cantine e di tornare a scuola". Speranze che, in teoria, sarebbero diritti. "La parola guerra deve scomparire", conclude Slipich. Le mostre, visitabili fino al 21 ottobre, si inseriscono nell’ambito di un protocollo di intesa sottoscritto dal Settore Musei Civici Bologna e Vitaworld e Vitaukr.
Amalia Apicella