La direttiva di Salvini smonta la Città 30: ecco i punti principali

Deroghe solo su strade specifiche, controlli delle ordinanze degli enti locali, monitoraggio continuo degli effetti dei provvedimenti e la loro cancellazione: l’impatto del testo firmato dal ministro Salvini sul progetto del Comune di Bologna. L’assessora Orioli: “Provvedimento contraddittorio”

Bologna Città 30: i limiti riguardano le maggior parte delle strade. Ora la direttiva di Salvini potrebbe cambiare la situazione

Bologna Città 30: i limiti riguardano le maggior parte delle strade. Ora la direttiva di Salvini potrebbe cambiare la situazione

Bologna, 1 febbraio 2024 –  La Città 30 pensata dal Comune di Bologna rischia di avere le settimane contate. Almeno leggendo la direttiva firmata oggi dal Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, valida su tutto il territorio nazionale, e che fissa i criteri per la riduzione a 30 km/h del limite di velocità dentro i centri urbani.

Ecco i punti principali:

La deroga ai limiti di velocità fissati per legge può avvenire “esclusivamente in determinate strade e tratti di strada”.

Non si può modificare il limite di velocità in una pluralità indistinta di strade o a “tratti di strada pertinenti a un’intera aerea urbana”.

La regolazione della circolazione stradale deve avvenire in “maniera capillare”, ossia in base alle specifiche “caratteristiche di ciascuna strada o tratto di strada e degli obiettivi di miglioramento che si intendono raggiungere”. Dunque, le deroghe vanno introdotte “solo per strade e tratte delimitate”.

Il principio che si deve tenere a mento ogni volta che si modificano i limiti di velocità, anche nei centri urbani, è quello di realizzare “l’armonizzazione” di due esigenze, “ambedue importanti: la sicurezza e la scorrevolezza del traffico”.

Le ordinanze degli enti locali, se contrastanti con le direttive del ministero e con i criteri del Codice della strada, possono essere modificati dal Ministro, che può “incaricare gli uffici territoriali del ministero a effettuare controlli di merito in relazione a tali provvedimenti”.

Tra i motivi che legittimano l’adozione del limite dei 30 km/h sparisce, rispetto alle richieste avanzate nei giorni scorsi dall’Anci, ogni riferimento alla presenza di piste ciclabili e attività commerciali. Resta solo la presenza di “attraversamenti non semaforizzati, in strade ad alta frequentazione di pedoni e ciclisti”.

L’ente che adotta provvedimenti di riduzione dei limiti di velocità deve indicare “gli obiettivi che si intendono raggiungere entro un determinato arco temporale”, e alla scadenza dovrà rivalutare il provvedimento adottato, ossia revocarlo se verranno meno le cause che ne avevano motivato l’adozione.

Orioli: “La direttiva? Ora la studiamo”

"Studieremo la direttiva che da una prima lettura ci pare essere contraddittoria”, l'assessora Valentina Orioli non tarda a commentare il provvedimento messo a punto dal Ministero. “Riteniamo di essere in linea con il codice della strada per la nostra Città 30 - afferma -. Non faremo mancare la nostra collaborazione e disponibilità in ogni caso, perché la nostra priorità è la sicurezza stradale e la qualità della vita delle persone».