L’importanza di rafforzare il tema delle cure palliative, come giusto percorso da poter offrire ai pazienti: è questa la posizione presa dalla direttrice generale dell’Irccs Sant’Orsola, Chiara Gibertoni, sul dibattito che riguarda il fine vita, che da diversi giorni si è acceso sul piano regionale e nazionale.
"Ritengo che le cure palliative possano essere un aiuto fondamentale per il paziente: se c’è precocità nell’orientamento, con professionisti che lavorano nella fase acuta, permettono anche l’applicazione della 219, ossia la pianificazione condivisa delle cure – spiega Gibertoni –. n questo modo si evita la solitudine nelle fasi finali del percorso terapeutico e di storia clinica di un paziente, che può portare alla necessità di ricorrere al suicidio assistito".
La direttrice dell’Irccs Sant’Orsola non è tuttavia contraria all’ipotesi del fine vita: "La decisione della Giunta regionale in merito è stata assunta per poter garantire al malato un diritto già sancito dalla Corte Costituzionale", ricorda. Ritiene però che ci sia il dovere di assicurare a tutti l’accesso alle cure palliative, rafforzandone la rete, consentendo così una scelta che sia effettivamente libera per ogni malato.
Sull’applicabilità della delibera regionale fa un passo indietro: "A livello tecnico noi siamo coinvolti relativamente, poiché la disposizione istituisce il comitato di etica clinica presso l’Ausl di Reggio, inoltre c’è una determina applicativa che dobbiamo ancora approfondire per capire bene il percorso, che comunque parte sempre da un’azienda territoriale", conclude Chiara Gibertoni. Sul tema si schiera anche l’assessore comunale al welfare e salute Luca Rizzo Nervo: "L’Emilia-Romagna è una regione in cui, per fortuna, c’è una rete diffusa e capillare di cure palliative, che sono un’opportunità importante per le persone che si trovano ad affrontare il dolorosissimo percorso di fine vita", commenta.
Aggiunge poi che questa però non è la condizione in cui si trovano tutti i territori italiani: "Sento spesso mettere in contrapposizione alla scelta del fine vita le cure palliative: purtroppo molti dimenticano che nel nostro Paese ci sono intere aree in cui la possibilità di accedere a determinate terapie, e quindi la scelta di intraprendere questo percorso, è preclusa. Un tema nazionale dovrebbe essere innanzitutto questo".
Riguardo al suicidio assistito si pone totalmente a favore: "Credo che sia giusto garantire alle persone il diritto alla libertà di scelta, e ritengo dunque che la regione Emilia-Romagna, nell’assenza di una norma nazionale in merito, abbia fatto bene a procedere in questo senso" dichiara l’assessore.
Conclude ricordando l’importanza del dibattito sul piano politico: "Serve una norma nazionale, e serve affrontare il tema insieme, non in un quadro di reciproche tifoserie. C’è bisogno di fare una norma pensata che tenga conto delle necessità di tutti".