Intossicata dal detersivo servito al bar al posto dell’acqua, procede l’indagine per lesioni colpose gravissime. Dopo la prima querela della donna, per cui erano stati presentati gli atti del pronto soccorso, la Procura sta acquisendo anche la cartella clinica dopo la querela presentata dall’avvocato della vittima, Giulio Cristofori. Il processo sarà celebrato dal giudice di pace, si prospettano tempi brevi (due o tre mesi). "Lei è in ripresa, ancora convalescente – spiega l’avvocato Giulio Cristofori, legale della donna –, ma è ancora a casa, impossibilitata a lavorare. E non sappiamo per quanto ancora. è un bene che le indagini stiano procedendo. Il collega civilista Nicola Montanari è in contatto con l’assicurazione, c’è un sinistro aperto con la poca documentazione medica che avevamo. Per la quantificazione del danno, ne sapremo di più dopo che si sarà svolta la consulenza medico-legale. Comunque, è nostra intenzione costituirci parte civile per chiedere i danni conseguenti al reato". Il 2 novembre, attorno alle 8.30, la 48enne, mamma di quattro figli, era andata a fare colazione, come sempre, in un bar in zona Savena. Dopo aver consumato una brioche accompagnata da un latte macchiato, aveva chiesto alla barista un bicchierino d’acqua. La barista (che è l’unica indagata) l’aveva servita. Dopo un primo sorso, la 48enne si era subito resa conto che non si trattava di acqua. Quello che aveva bevuto le sembrava detersivo. In pochi istanti, la 48enne aveva iniziato a vomitare. Portata in ambulanza in ospedale, era stata intubata, passando quasi 10 giorni in coma, con danni a cavo orale e mucosa di esofago e stomaco ulcerata e sanguinante per un "quadro endoscopico compatibile con lesioni di grado medio-alto da ingestione di caustici".
CronacaDetersivo al bar, l’inchiesta corre. La vittima era finita in coma: "Ci costituiremo parte civile"