Bologna, 26 giugno 2024 – Quasi 10.500 voti dispersi in cinque anni. Quasi 10.500 voti dispersi tra il 2019 e il 2024, che significa 2.100 elettori in meno ogni anno, quasi 6 ogni giorno.
Da qualsiasi lato matematico lo si prenda, il dato parla chiaro. Dal lato politico, invece, il bilancio sembra ben al di sotto delle aspettative. La diaspora dei voti per il Pd tra Amministrative 2019 e 2024 è lampante: il saldo segna -10.493 consensi, considerando solo il primo turno e (quasi) tutti i Comuni con più di 15mila abitanti chiamati alle urne. E cioè Casalecchio, Castel Maggiore, Castel San Pietro Terme, Medicina, Molinella, Pianoro e Valsamoggia (esclusi dal calcolo solo Castenaso e Zola Predosa). Non solo i casus belli di Castel Maggiore e Pianoro, dunque, dove al secondo turno i dem hanno deposto le armi, ma l’intera geografia di una provincia sempre meno rossa.
A Casalecchio si è passati dai 10.284 voti presi da Massimo Bosso nel 2019 (53,69%) ai 8.416 nel primo turno di Matteo Ruggeri (48,79%), con un saldo di -1868, scesi a 6.173 nel secondo. Il Pd ha vinto, ma in pochi avrebbero scommesso sul civico Dario Braga al ballottaggio.
In Valsamoggia Daniele Riuscigno era riuscito a catturare 9.251 preferenze cinque anni fa (57,90%), mentre Milena Zanna quest’anno si è fermata a 7.851 e al 53,45% (-1.400 voti).
A Pianoro nel 2019 Franca Filippini aveva ottenuto 5.172 voti e il 52,85%, con Marco Zuffi che, prima del ballottaggio, si era fermato invece a 4.244 e al 45,26% (-928 voti). Da segnalare il percorso del neo sindaco Luca Vecchiettini: nel 2019 con il centrodestra prese 2.591 voti e il 26,47%, quest’anno con la sua lista ha preso 3.433 voti al primo turno (36,6%) e 3.925 al secondo (52%). Scalata.
Il terzo Comune al ballottaggio, Castel Maggiore, racconta ancora di più: l’ex sindaca Belinda Gottardi fu capace di arrivare a 6.739 voti con il 65,95%; Paolo Gurgone dal canto suo si è arreso all’emergente Luca Vignoli con 4.380 voti al primo turno (46,17%) e 3.155 al secondo (42,29%). Il saldo? -2359.
Si arriva così a San Lazzaro, dove il plebiscito di Isabella Conti cinque anni fa (15.087 voti e qualcosa come l’80,84%) stride con il risultato di Marilena Pillati, capace di arrivare ‘solo’ a 11.656 preferenze (69,36%). La differenza è di ben 3.431 voti, ma è chiaro che il Pd non abbia mai tremato a San Lazzaro e come il delta sia gonfiato dalla percentuale bulgara di Conti.
Infine, la débâcle a Molinella: Dario Mantovani andò al ballottaggio nel 2019, raccogliendo 4.203 voti al primo turno e riuscendo a vincere al secondo con lo stesso numero di consensi. Quest’anno Letizia Fattori ne ha presi 3.522 (-681), lasciando il Comune al centrodestra.
Fanno eccezione Zola Predosa (dove il dem Davide Dall’Omo è stato rieletto passando da 5.688 voti a 6.414: +726), Castenaso (+1.973 per Carlo Gubellini), Castel San Pietro (+83 il saldo) e Medicina (il bis di Matteo Montanari segna 91 voti in più).
E alle Europee? Il discorso cambia poco: il Pd ha preso meno voti di cinque anni fa tra città e provincia, nonostante il dato percentuale si sia alzato dal 36,7% al 40,28%: furono 189.910 voti nel 2019, sono 189.448 quest’anno (-462).
Un quadro nero, per i dem, che ora spingerà direzione e segretaria a diversi ragionamenti.
"È indispensabile aprire un confronto perché i positivi risultati del Pd devono essere messi a disposizione e stare in ascolto per risolvere i problemi, ricucire e costruire le alleanze in vista delle Regionali", commenta la segretaria Federica Mazzoni. La Direzione è già stata fissata il 10 luglio, ma non si esclude che qualcosa possa muoversi già qualche giorno prima.