"I cambiamenti sono difficili, ma è nostro dovere non fare finta di niente e affrontarli in ottica di rilancio". Il day after dell’intesa raggiunta tra la Federazione Pd e Fondazione Duemila per la ristrutturazione del debito che il partito ha nei confronti della ’cassaforte’ immobiliare dei dem, Federica Mazzoni prova a interpretarla con ottimismo. In questi giorni, la segretaria bolognese del Pd ha preferito non intervenire, finendo nel mirino delle critiche di una parte del partito per il piano di risanamento iniziato nel 2022 e che avrebbe ’sottostimato’ l’impatto dell’accumulo degli affitti dei circoli non pagati, sperando forse di arrivare più facilmente a uno ’sconto’ con la Fondazione Duemila. Ma questa intesa, pur vicina più volte, è arrivata solo l’altra sera, dopo anni. Mazzoni, però, nega decisa che il piano predisposto non abbia dato buoni frutti: "Anzi, il piano ha messo in equilibrio al conto economico e sono state apportate molte migliorie, in sostanza ha garantito il futuro del partito. Siamo arrivati a questo accordo con la Fondazione, che ringrazio, proprio perché siamo forti, in una fase espansiva, da un punto di vista di consensi elettorali a livello locale e nazionale. È il presupposto per il rilancio".
Resta, però, il debito – in gran parte pregresso, va detto – che ammonta a 4 milioni di euro e che sarà sanato a rate. E soprattutto resta l’amarezza di militanti e quadri del partito, che si trovano a dover spiegare agli iscritti la possibile chiusura del 40 per cento circa di circoli (da 87 a 45), con sedi importanti a rischio. Ora, le tappe sono: 20 gennaio, con la Direzione, e 22 gennaio l’assemblea con i circoli, e poi "incontri zona per zona, anche circolo per circolo - annuncia Mazzoni –. Abbiamo l’opportunità di riorganizzare la militanza nei territori". Un messaggio ai militanti: "Non sono insensibile alle grida di dolore di chi ha tenuto in vita i circoli, piuttosto me ne faccio carico. La responsabilità della nostra generazione è guardare in faccia alla realtà e dare una prospettiva futura".
La famosa lista dei ’sommersi’ e dei ’salvati’ ha ancora un (piccolo) margine decisionale: proprio per questo nell’accordo è stata usata la formula del taglio del 20 per cento dei metri quadri complessivi, senza indicare un numero preciso di sedi.
Oltre a celebri circoli come il Passepartout (che però potrebbe essere salvato in extremis), il Galvani (sostanzialmente ’svuotato’ di militanti da tempo) e la Casetta Rossa, in provincia spariranno le le sedi di Galliera e Minerbio, mentre Casalecchio perderà un circolo e un magazzino. In questa competizione, uno dei criteri – non l’unico, perché ci sono equilibri politici da rispettare, anche fra correnti – sarà la sostenibilità delle singole strutture.
Dal Nazareno sono convinti, infine, che la raccolta del 2x1000 daràfrutti molto buoni e che la nuova ripartizione di questa percentuale premierà i territori, compresa Bologna. L’anticipo del piano di rientro, di 300mila euro, potrebbe essere coperto da quella entrata.