
Bologna, 17 marzo 2025 – "Siamo al lavoro per aumentare la sicurezza sul territorio, soprattutto sul bacino del Lamone per il quale bisogna spingere sull’acceleratore con nuovi interventi. In alcuni punti ci siamo salvati per veramente poco".
Passata l’emergenza maltempo, la prima da presidente di Regione, Michele de Pascale ha ricevuto nella sede della Protezione civile il capo Fabio Ciciliano.
Un summit per fare il punto sulle forti piogge che si sono abbattute sull’Emilia-Romagna, soprattutto tra Faenza e Ravenna. Proprio la zona già colpita durante nelle alluvioni del maggio 2023 e del settembre-ottobre 2024. Quando de Pascale era proprio il sindaco di Ravenna.

“Non possiamo sentirci a posto”
"Siamo davanti a un evento che ha avuto uno sviluppo lievemente minore rispetto a quelli degli ultimi due anni. Non possiamo sentirci a posto – prosegue il governatore regionale –. Tutto quello che abbiamo fatto in questi due anni, come gli argini ricostruiti, la maggiore manutenzione, le opere di messa in sicurezza delle città, il miglioramento del sistema di Protezione civile ha dato ottimi risultati. Non so se un evento come questo, due anni fa, si sarebbe riuscito a gestirlo alla stessa maniera".
La conta dei danni
La conta dei danni, questa volta, non sarà pesante come in passato. "Ma la valutazione arriverà nei prossimi giorni, dopo aver fatto le verifiche sugli argini dei fiumi", insiste de Pascale che insieme a Ciciliano chiede sempre più coesione tra governo, Comuni, Regione e Protezione civile. Con tanto di formazione continua anche per sindaci e dipendenti pubblici. Per fare un vero e proprio lavoro di consapevolezza e "capire quanto tutti sono importanti", spiega Ciciliano.

Nuove opere e delocalizzazioni
E poi le opere. "A breve ne definiremo un nuovo pacchetto", spiega il governatore. Di sicuro toccheranno anche il Lamone "con nuovi interventi a monte e a valle di Faenza".
Ma anche la messa in sicurezza continua a essere centrale: "Abbiamo raddoppiato le risorse", da 25 a 50 milioni. Ma a qualche cittadino che vive nelle zone a rischio alluvione toccherà la delocalizzazione: "L’ordinanza è in corso di aggiornamento. Aumenteranno gli indennizzi, anche se non tutti quando andremo a parlarci accoglieranno positivamente la cosa. Ogni fiume in regione ha bisogno di spazi di laminazione, di aree e casse di espansione per le valvole di sicurezza", conclude de Pascale.
Rischi idrogeologici e misure
Insomma, ragionamenti in ottica di criticità future. Perché prevenire è meglio che curare. Un punto che lo stesso Ciciliano ha battuto: "Ci si deve muovere verso la gestione delle emergenze e in parallelo verso la gestione ordinaria dei territori. I rischi idreogeologici sono alti in Italia, per tutti".
Il capo della Protezione civile dopo il passaggio in Emilia-Romagna è andato verso la Toscana, a trovare il governatore Eugenio Giani. Un lavoro di squadra. Quello che c’è stato da Rimini a Piacenza: "Abbiamo avuto rapporti diretti continui. La sinergia nelle emergenze è essenziale".