Danza in San Petronio per dire no alla guerra

Tanti artisti hanno dato vita a ’Memorare’ davanti a migliaia di persone che hanno riempito la basilica.

Danza in San Petronio per dire no alla guerra

Due momenti di ’Memorare’ e il cardinal Zuppi in San Petronio

Come se la città, per un paio di ore, si sia fermata; il tempo cristallizzato. Il battere, il levare e la bellezza di corpi che danzano sono i soli riferimenti che scandiscono la meditazione e le parole di pace. Sono 1.300 le persone che hanno riempito la basilica di San Petronio ieri sera, a cui si aggiunge il pubblico che ha assistito in piedi, in rigoroso silenzio, senza applausi e senza telefoni, a Memorare ‘24. Meditazione in San Petronio. Danza e canto per la pace, preparazione al Giubileo 2025. Tutti gli occhi in cerca del bello e le orecchie tese ad ascoltare note e parole dal valore universale. Un argine ai venti di guerra, antichi (come la strage di Monte Sole, 80 anni fa) e attuali, i fronti aperti in Ucraina e in Palestina. All’appello a partecipare hanno risposto artisti di fama internazionale: l’attore Gabriele Lavia, interprete dell’enciclica Fratelli tutti, e i danzatori Jacopo Tissi, Maia Makhateli, Sergio Bernal, Sasha Riva e Simone Repele con Yumi Aizawa, Estelle Bovay e Arianna Kob di CCN/Aterballetto. Ad accompagnarli dal vivo i professori d’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.

Memorare nasce da un’idea di Vittoria Cappelli, che ha realizzato il progetto artistico assieme a Valentina Bonelli e don Stefano Culiersi. Tre i temi in forma di dittici: guerra (conflitto; lamento), transizione (preghiera; compassione), pace (riconciliazione; speranza).

"L’arte è sempre stata legata alla spiritualità e all’annuncio cristiano – spiega il cardinale Matteo Zuppi – Il mix è coraggioso e ci aiuterà a non accettare che la bellezza venga profanata da guerra e violenza". "Danza e cultura sono il nostro linguaggio principale – chiude il sindaco Matteo Lepore – Questa chiesa è stata costruita per il dialogo".

Amalia Apicella