Bologna, 20 aprile 2015 - «UN EPISODIO gravissimo. L’inizio della fine, dell’imbarbarimento di questa città, del ‘gettiamo la spugna’». Danilo Masotti, blogger e scrittore, l’inventore degli ‘umarells’, non ha più parole per commentare quanto ha visto nell’androne di un palazzo del centro. Preferisce, allora, usare le immagini, e posta sul suo profilo Facebook la foto di un interruttore, ricercato, di gusto. Su c’è scritto: ‘Apri porta’. Il commento: ‘Episodio gravissimo avvenuto in un palazzo storico del centro di Bologna’. Quella foto ha avuto 180 condivisioni e generato centinaia di commenti e ‘mi piace’ solidali.
Masotti, cosa c’è di così grave?
«Ah, beh, faccia lei».
In genere c’è scritto semplicemente ‘tiro’, in bolognese.
«Si è già risposto».
Ma quello è dialetto. Apri porta è italiano.
«Eh, ma qui siamo a Bologna, mica in Italia. Posso capire, al massimo, come ha suggerito un utente, l’inserimento delle traduzioni in spagnolo e inglese sotto al termine ‘tiro’. Ma in italiano no, è un affronto alla bolognesità».
Sarà stato un palazzo di studenti, si metta nei loro panni: fuori da Bologna, il termine ‘tiro’ è incomprensibile.
«Ma quali studenti! Era in centrissimo, a un passo da via Rizzoli. Un palazzo autoctono, pieno di gente autoctona. Avvocati, ingegneri, commendatori, il filippino che portava fuori il cane... Bologna, insomma. E poi non c’è bisogno di essere bolognesi da quattro generazioni. Basta viverci, a Bologna. Non chiediamo molto in fondo. Mi bastano quei due o tre presupposti minimi: tiro, rusco, ‘serve altro? Altro’».
Non starà esagerando?
«Eh sì, allora va bene tutto. Cominciamo a parlare da rinnegati. Qui basta un attimo di distrazione e finisce che la gente va alla Coop e dice alla cassiera: scusi, mi dà una busta? È un attimo, guardi».
Lei, di fronte a quel bottone, in quel palazzo, cos’ha fatto?
«Sono rimasto intrappolato. Cercavo il tiro e non lo trovavo. Non ci avevo neppure fatto caso. Barbari».
Poi?
«Ho visto quell’apri porta, ho chiuso gli occhi. L’ho premuto, sono uscito e sono andato a guardare il Cantierone, per riprendermi».
Suggerisce qualcosa, quindi?
«Bisogna sensibilizzare la gente, non cedere perlomeno sui fondamentali. Abbiamo già perso il dialetto, siamo tutti succubi dell’inglese: la gente ti dice che fa il project manager o l’account senior e lì per lì non capisci neppure che si tratta di un impiegato e un rappresentante. Allora reagiamo».
Come?
«Denunciamo, indigniamoci, scriviamo una lettera a Sughi ogni volta che qualcuno ci dice ‘vado a buttare la spazzatura’. Facciamolo finché siamo in tempo o, poi, non lamentiamoci».
Il post su Facebook:
Episodio gravissimo avvenuto in un palazzo storico del centro di #Bologna#Dibattito
Posted by Danilo Masotti on Venerdì 17 aprile 2015