Dalla Polonia al Regno Unito. Chi arriva non vuole più partire: "La prima tagliatella non si scorda"

Tanti viaggiatori anche dall’Italia, da Nord a Sud. "Dai portici un grande abbraccio"

Dalla Polonia al Regno Unito. Chi arriva non vuole più partire: "La prima tagliatella non si scorda"

Tanti viaggiatori anche dall’Italia, da Nord a Sud. "Dai portici un grande abbraccio"

Il caldo non ferma la città. Anzi, non ferma il turismo – perlopiù straniero – sotto le Due Torri. Piazza del Nettuno è divisa a metà dalla statua: da una parte l’ombra di palazzo Re Enzo e i suoi scalini sono rifugio per coloro (tanti) che patiscono il caldo; dall’altra il tridente è oggetto di foto sotto al sole o l’occasione per riempire la propria bottiglia d’acqua e, dunque, per rinfrescarsi un po’.

Tuttavia, i turisti che popolano il quadrilatero sono alla caccia delle zone d’aria e, quindi, dei vicoli adiacenti a piazza Maggiore come via Clavature. È in questa sede che si è riparato Fabiano da Reggio Emilia, mentre è alla disperata ricerca di un ristorante tipico bolognese in cui passare il pranzo, "per sembrare di Bologna senza esserlo", confessa. Al perché gli piace così tanto la città si guarda un po’ intorno e indica i vicoli e portici vicini, poi dice: "All’apparenza e di fatto è romantica: per questo della città mi piacciono i portici, in particolare gli scorci che fanno intravedere e l’atmosfera che si respira", racconta poco dopo essere riuscito a prenotare telefonicamente in uno dei ristoranti del centro storico.

Al suo fianco c’è Vito, l’amico fraterno proveniente da Sant’Ilario D’Enza. Anche lui concorda con l’amico sulla questione portici e poi aggiunge: "Il cibo, le strade della città e un’architettura tra le migliori d’Italia, rendono Bologna una città molto vivibile e in cui passare anche una calda giornata d’agosto", dice il ragazzo. Oltre a questo, forse a causa della giovane età di Vito e di Fabiano, "l’attrazione principale di Bologna, per me, non possono che essere le serate e i posti in cui si raduna più gente", concordano i due.

Uno dei tre nomi di Bologna è ’la dotta’. In effetti, "non è solo una vostra diceria, ma è una frase arrivata persino in Polonia", racconta sorridendo la polacca Emilia giunta sotto le Due Torri nella serata di venerdì. "Mi piacciono la storia e la cultura, oltre a San Luca e a tutti i passaggi e le camminate della zona. Non vediamo l’ora di girare per i portici e di gustarci la prima tagliatella della nostra vita, dopo aver quasi pianto stamattina al primo caffè italiano della mia vita". E nei prossimi giorni? "Dopo le visite nei vari punti centrali di Bologna credo che mangerò fino a scoppiare", ricorda la ragazza.

Secondo tutti e quattro, dunque, l’architettura, è la cosa migliore della città. Si accoda a questo pensiero anche Kate da Blackpool, in Inghilterra, mentre indica la basilica di San Petronio. "Resterò qui per una settimana, adoro la parte ‘vecchia’ di Bologna, anche se, per ora, l’ho vista solo da internet. È una città che ha una storia millenaria ma che negli anni si è conservata benissimo", dice.

Dunque, "nonostante io sia arrivata poche ore, e il caldo asfissiante, già si respira una cultura diversa dal resto del mondo. Ancora dobbiamo cimentarci nel cibo ma vorrei provare la pasta bolognese", aggiunge Kate.

Giovanni Di Caprio