Per la prima volta, da quando è nata, ha parlato. Non solo: è finalmente riuscita a respirare in modo autonomo.
Ngone ha sei anni ed è nata in Senegal, fin da suo primo giorno di vita ha vissuto con una tracheotomia, effettuata nel suo Paese di origine, a causa di una via aerea laringea ristretta che le impediva di respirare normalmente e di parlare. La bambina, come spiegano i medici del Policlinico Sant’Orsola che hanno eseguito i complessi interventi, fin dalla nascita respirava attraverso una tracheotomia che non era mai stata sostituita, quindi con un tubo troppo piccolo per la sua età. Dopo i difficili interventi, perfettamente riusciti, Ngone ha potuto così respira dal naso e dalla bocca in autonomia, percependo gli odori che non aveva mai potuto sentire e, seppur sottovoce, ha iniziato a parlare.
L’arrivo e la permanenza in città durante i quattro interventi che sono stati effettuati nel giro di sei mesi, sono state possibili grazie alla collaborazione di Opera Padre Marella con la onlus ‘Sabrina Life For Child’, associazione con base vicino a Roma che grazie ai suoi soci segue da molti anni i bambini senegalesi in povertà, sostenendoli economicamente con lo strumento dell’adozione a distanza e con le necessarie cure, anche sanitarie, presso le loro famiglie di origine.
"La permanenza a Bologna di Ngone, che da diversi anni è sostenuta con un’adozione a distanza di una famiglia italiana – come spiega Marco Mastacchi, presidente dell’Opera Padre Marella e consigliere regionale della lista Rete Civica –, è stata possibile grazie all’impegno del diacono Eros, di sua moglie Susanna e di tanti altri volontari dell’Opera Marella che in questi giorni si stanno spendendo con grande generosità per tante persone che hanno bisogno. Il vero motore di questa bella storia sono Eros e la sua famiglia che con grande impegno, capacità organizzate e umane riescono in vicende anche complesse. A loro deve andare il ringraziamento".
La piccola, che era arrivata in città con la nonna, è stata dimessa dall’ospedale alcuni giorni fa dopo tutti i controlli ed è ripartita per fare ritorno nel suo Senegal. Adesso senz’altro con altre possibilità. Vivere con una disabilità così grave, in Africa, sarebbe stato quasi impossibile.