Bologna, 29 dicembre 2024 – Cesare Ragazzi, basta la parola. Per decenni, almeno in Italia, la lotta alla calvizie e il tentativo di combattere in modo efficace la perdita di capelli sono stati immediatamente associati a lui, il geniale imprenditore di Bazzano che, da un piccolo laboratorio aperto nel lontano 1968 arrivò, una trentina di anni dopo sfiorare il sogno della quotazione in Borsa forte di un fatturato di 60 miliardi di lire e 48 filiali tra Italia e resto del mondo, Usa compresi (dati 1998).
Quella di Cesare Ragazzi non fu però solo una rivoluzione di costume, che sdoganò la lotta alla calvizie facendola passare da semplice vezzo estetico a settore medico e di mercato da esplorare e su cui investire, ma anche una rivoluzione comunicativa. Negli edonistici anni Ottanta della tv commerciale e della pubblicità, fu il primo (come lui forse solo Aiazzone con i suoi mobili) a mettere la propria persona a servizio del prodotto, primo testimonial dell’efficacia di quello che stava vendendo. Una tecnica ormai quasi banale, per il nostro mondo contemporaneo, ma che all’epoca segnò una linea di non ritorno. Che successo avrebbe avuto, il suo brevetto Cnc (Capelli naturali a contatto; ndr) senza il famoso spot con la sirena – l’attrice e modelal svedese Billy Bilitis – e lo slogan dell’idea meravigliosa in testa? Forse meno di quello che ha accompagnato Ragazzi fino alla fine dei suoi giorni, permettendogli di superare il doloroso fallimento della sua società nel 2009 e di consegnarsi alla storia come il primo imprenditore in grado di risolvere una volta per tutte il problema della calvizie.
red. cro.