Due anni dopo la morte di Vincent Plicchi "i responsabili sono ancora a piede libero e online. La giustizia manca all’appello". Sono le parole di Matteo Plicchi, genitore del tiktoker bolognese 23enne che si tolse la vita in diretta social, a seguito di pressioni e insulti da altri utenti online.
Al convegno sul tema ’cyberbullismo e rischi virtuali’, organizzato ieri in Sala Borsa insieme al Comune di Bologna e all’Aics (associazione italiana di prevenzione al cyberbullismo e al sexting), lo sfogo del papà di Vincent: "È imbarazzante che io abbia trovato nomi e cognomi dei responsabili, molti hanno anche confessato, ma sono tuttora online. Questa lentezza della giustizia fa sì che ci potrebbero essere anche altri Vincent, perché se dopo due anni queste persone che l’hanno perseguitato sono ancora a piede libero e online fanno quello che vogliono, potrebbero creare situazioni simili. E qualcuno se ne deve sentire responsabile".
Il convegno (video disponibile sul canale Youtube di Bologna Biblioteche) è il primo evento della collaborazione tra il Comune e Plicchi, dall’inaugurazione del murales per la memoria di Vincent l’anno scorso alle scuole medie Carlo Pepoli. "Città e bolognesi hanno risposto in una maniera incredibile e continuano a supportarci dopo due anni", ha assicurato Plicchi, che ha ringraziato il Comune per l’impegno. L’assessore alla scuola Daniele Ara ha aperto l’incontro insistendo sulla necessità "di fare rete e divulgazioni sul tema dell’odio e del cyberbullismo". Presente anche il sindaco Matteo Lepore, che ha affermato che "l’odio su internet parte dal fatto che si punta all’annichilimento della persona. Il digitale lo spinge molto, ma accade anche nel mondo reale. Sono crimini di odio e come tali vanno perseguiti".
Diversi esperti hanno parlato di come prevenire in modo efficace contro l’hate speech online. Tra loro, Elvis Mazzoni, prof Unibo esperto di tecnologie di comunicazione: ha ricordato che "tutto quello che si fa nella vita virtuale fa parte della vita reale", ma ha specificato che "accompagnare i giovani nell’uso dei social è meglio del controllo". I due amici di Plicchi, Stefano Mancinelli (ex capitano nazionale italiana basket) e Roberto Stefani (maestro Muay thai), hanno parlato del ruolo "fondamentale dello sport per diminuire l’uso eccessivo dei social".
Arthur Duquesne