Bologna, 11 aprile 2023 – “L’allarme della culla per la vita spesso suona, ma non abbiamo mai trovato un neonato. E’ successo che qualcuno abbia confuso il pulsante per un campanello oppure è capitato di aver trovato della pubblicità. La cosa importante è che la culla sia sempre funzionante”.
Suor Maria Bruna, responsabile della comunità delle suore di Santa Clelia di via Tambroni, aggiunge anche che “recentemente l’impianto elettrico era stato messo fuori uso da un fulmine, ma lo abbiamo fatto aggiustare immediatamente. La culla ora è riscaldata, mentre d’estate si attiva l’aria condizionata. Se, sentendo l’allarme dovessimo trovare un bambino, poi noi chiameremmo subito i soccorsi”. La suora della congregazione delle Minime dell’Addolorata sottolinea anche che la posizione di quella che un tempo si chiamava ‘ruota’, affaccia in via Guidicini, anche se è stata realizzata nel giardino della casa generalizia: “E’ in una posizione ideale – aggiunge la suora – , la strada è accessibile, ma allo stesso tempo riservata”, a poche decine di metri da via Murri.
La culla per la vita è stata inaugurata il 13 maggio 2017, alla presenza dell’arcivescovo Matteo Zuppi e suor Maria Bruna ce l’aveva presentata nei giorni precedenti, quando stava per essere ultimata. Oggi si torna a parlare di questa opportunità in seguito alla storia del piccolo Enea, abbandonato a Pasqua dalla mamma nella Culla per la vita della clinica Mangiagalli di Milano. A Bologna, nel 2013, una neonata venne lasciata tra i rifiuti, in un cassonetto di via Carbonara, in centro, e salvata perché furono uditi i suoi lamenti.