REDAZIONE BOLOGNA

‘Cucine popolari’ arriva alla Dozza: "Mangiare bene è un diritto"

Tre volontari dell'associazione 'Cucine popolari' portano pasti ai detenuti del carcere Dozza, creando momenti di condivisione e convivialità. Chiedono un pasto adeguato come diritto umano

Dal 2014 l’associazione si occupa di garantire alle persone in difficoltà un pasto caldo, realizzando una cucina popolare in ogni quartiere

Dal 2014 l’associazione si occupa di garantire alle persone in difficoltà un pasto caldo, realizzando una cucina popolare in ogni quartiere

Bologna, 3 settembre 2024 – A tavola non esistono peccati, se non di gola. È proprio con l’idea di estinguere, almeno per un pasto, le differenze tra santi e peccatori, che tre volontari dell’associazione ’Cucine popolari’ hanno varcato le porte del carcere Dozza, portando il pranzo ai detenuti. Infatti lasciati telefoni e documenti Raffaella Collina, Roberto Morgantini e Andrea Segrè sono stati, per due ore, nella medesima stanza di un gruppo di 30 reclusi di "origini ed età diverse".

Raccontano di "un mondo a parte, senza più identità", e ancora, di come i detenuti abbiano particolarmente gradito i pasti, prendendone più di una portata, portandoseli talvolta in cella, e senza mai mancare dal ringraziare. "Una ricchezza, questa diversità, che si vede a tavola quando si mangia assieme. E’ così è stato per loro, finalmente riuniti attorno a un tavolo in quattro, in sei, in otto. Un sovraffollamento che crea legame, relazione, condivisione, convivialità. Seppure in una cucina, è proprio il caso di dire, in massima sicurezza".

Un momento ricco di emozioni, ma che lascia "anche una certezza: nega un altro diritto, il diritto al cibo –, spiegano i volontari – perché mangiare bene, in quantità e qualità sufficiente, nutriente, compatibile culturalmente dovrebbe essere un diritto. Anzi lo è, se è vero che il diritto al cibo viene riconosciuto nella Dichiarazione universale dei diritti umani". La situazione del carcere Dozza, essendo anche stata scenario di alcuni suicidi, è nel mirino dell’organizzazione che chiede alle istituzioni di agire: "Non è accettabile che in questo mondo a parte, ristretto, ma pieno di umanità, non si riesca a garantire almeno un pasto adeguato, tutti i giorni dell’anno".