ALESSANDRO CAPORALETTI
Cronaca

Cresce la rivolta dei sindaci. Torna in campo Figliuolo: "Arrivo"

Dopo la lettera del primo cittadino di Faenza a Mattarella, quello di Dovadola scrive alla Regione "Facciamo i lavori noi da soli". Priolo: "Li capisco". Il commissario presto in Romagna: evitare ritardi .

A una settimana dall’alluvione-ter che dopo un anno e qualche mese ha fatto (ri)sprofondare in apnea Ravennate, Bolognese e parte della Romagna, il fronte dei sindaci ribolle (al pari degli alluvionati) e lo scossone di "disobbedienza istituzionale" del primo cittadino di Faenza, Massimo Isola – avanti con i lavori per la messa in sicurezza del Marzeno anche senza autorizzazioni, nero su bianco in una lettera al presidente Mattarella – trova sponde inaspettate (anche bipartisan) e agita la politica, da Bologna fino ai palazzi romani, nel bel mezzo della volata per le elezioni regionali.

Cresce la rivolta dei sindaci . Torna in campo Figliuolo: "Arrivo"
Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario alla ricostruzione per l’alluvione del 2023

Non è un caso che ieri la presidente facente funzioni dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo, si sia schierata senza se e senza ma con il "dissidente" faentino – "il sindaco Isola ha ragione nel momento in cui decide di passare a quella che ha chiamato ‘disobbedienza istituzionale’, siamo con lui e lo stiamo sostenendo con tutte le azioni possibili" – e che sempre ieri il commissario Figliuolo, tirato per la divisa un giorno sì e l’altro pure nel can-can dello scontro politico, abbia annunciato "una serie di sopralluoghi" a stretto giro in Romagna, per imprimere un’accelerata alla ricostruzione.

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L’obiettivo della visita sarà di "valutare lo stato di avanzamento degli interventi, inclusi i procedimenti tecnico-amministrativi correlati (leggasi burocrazia, ndr)", mantenendo però "un coordinamento stretto e costruttivo" con gli enti locali, avverte Figliuolo, "a partire dagli interventi in somma urgenza che ancora non sono stati completati". Per il commissario, è "fondamentale che i lavori siano finalizzati in modo pieno e rigoroso, evitando così ritardi che potrebbero compromettere la sicurezza del territorio, nel rispetto degli impegni presi con le comunità colpite".

Ma intanto c’è chi sull’esempio di Isola prova a fare da sé, e non in casa Pd, testimoniando (se mai ce ne fosse bisogno) il clima diffuso di insofferenza verso i "tempi biblici" della ricostruzione che anche i sindaci vivono. "Ho scritto una lettera via pec alla Regione per chiedere di fare i lavori per conto mio", ammette Francesco Tassinari, sindaco di Dovadola e presidente dell’Unione dei Comuni della Romagna forlivese, civico eletto anche con l’appoggio del centrodestra. Ecco, lui la mette giù così, senza tanti giri di parole: "Abbiamo un paio di strade lesionate e impraticabili con aziende agricole e attività di agriturismo. Ebbene, dopo un anno e mezzo non hanno iniziato nemmeno la progettazione dei lavori, sebbene i fondi ci siano (circa 300mila euro). Non posso permettermi di lasciarle ancora chiuse".

Non fa una piega, almeno dal suo punto di vista. "Non voglio gettare la croce addosso a nessuno – dice ancora –, ma qui di alluvione in alluvione le cose peggiorano e i danni si sommano, più tempo si aspetta e peggio è.

Il sindaco di Faenza? Condivido ciò che dice, anche se un Comune così grande può permettersi di progettare per conto proprio, noi no". Ma "da soli non ci si salva – ammonisce Elena Zannoni, sindaca di centrosinistra di Lugo e alla guida dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna –. Credo che la nostra fragilità vada affrontata tutti insieme, valutando l’intero assetto idrogeologico dalle colline fino al mare. Mi rendo conto della grave difficoltà in cui si trovano i cittadini di Faenza, come di Bagnacavallo, Cotignola, Lugo e dei Comuni collinari. Perciò penso che qualsiasi decisione su provvedimenti da prendere, lavori da eseguire, pressioni da esercitare verso i soggetti tenuti a dare risposte debba essere frutto di una linea comune del territorio provinciale".