Bologna, 15 ottobre 2024 – "L’immagine che mi è venuta in mente è quella di un vecchio souvenir. In Campania venivano venduti dei barattoli molto belli. Contenevano l’aria di Napoli e, a parte il loro valore estetico, quando si apriva il barattolo dentro non c’era nulla. In questo senso l’immagine è calzante, l’etichetta che veniva posta (su Bio-On, ndr) decantava una realtà meravigliosa, incredibile e rivoluzionaria. Ma quando si è guardato dentro, non c’era nulla. Non possedeva la tecnologia che diceva di avere". Un parallelo tracciato dal procuratore aggiunto Francesco Caleca all’inizio della sua requisitoria nel processo sul crac di Bio-On, la società di bioplastiche fallita il 19 dicembre 2019 a seguito delle indagini scaturite da un attacco del fondo statunitense Quintessential.
A processo, davanti al collegio presieduto dal giudice Domenico Pasquariello, ci sono nove persone: l’ex presidente della società Marco Astorri, difeso dal professor Tommaso Guerini, il suo vice Guido Cicognani e Gianfranco Capodaglio, ex presidente del collegio sindacale. Poi i revisori dei conti di diversi anni Gianni Bendandi, Vittorio Agostini, Pasquale Buonpensiere, Vittorio Folla, Gianni Lorenzoni e Giuseppe Magni. Gli imputati rispondono, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta impropria, distrazione e tentato ricorso abusivo al credito. Un altro, il revisore dei conti di ‘Ernst and Young’ Alberto Rosa, ha patteggiato una pena di un anno e sei mesi al termine dell’udienza preliminare.
Il procuratore aggiunto Caleca ha poi respinto l’ipotesi, ventilata "in alcuni momenti del processo", che l’operato della Procura "sia stato strumentalizzato da parte di ‘poteri forti’ o di concorrenti interessati a distruggere Bio-On". Il procuratore aggiunto ha stigmatizzato senza mezzi termini "la bassezza dell’affermazione secondo cui la Procura si sarebbe fatta ‘pilotare’ o condizionare da Quintessential", affermando che le ipotesi alla base delle indagini sono state rafforzate dagli accertamenti, da cui sarebbero emerse "la sostanziale inconsistenza e la decozione dell’azienda", e bollando come "criminale" la gestione dell’ex unicorno delle bioplastiche prima del fallimento. Dopo Caleca, ha preso la parola il sostituto procuratore Michele Martorelli, che oggi terminerà la sua requisitoria e depositerà le conclusioni della Procura con le richieste di pena per i nove imputati.