NICOLA BIANCHI
Cronaca

Covid, un giorno nerissimo: mille positivi Focolaio al Sant’Orsola, stop ai trapianti

Nuovo record di contagi nell’area metropolitana. Al Policlinico quattro persone asintomatiche, niente operazioni a fegato e reni. Orta (Aiop): "Dai privati 507 posti letto a disposizione del pubblico. E bisogna rendere il vaccino obbligatorio per tutti quanti"

di Nicola Bianchi

Di (amari) record in record. E un quadro sanitario che si fa sempre più allarmante. Il Covid e le varianti, inglese e brasiliana su tutte, continuano a mietere positivi senza freni e l’ultimo dato di ieri nell’area metropolitana sfiora i mille positivi: 995 (852 Bologna e provincia, 143 circondario), dei quali 553 con sintomi e un totale, da inizio pandemia, arrivato a 67.366 casi. "Quelle che ci aspettano saranno due settimane terribili, la situazione è da terza guerra mondiale", spiegava ieri il direttore generale dell’Ausl, Paolo Bordon. E con la crescita dei contagi, inevitabilmente seguono a ruota anche i ricoveri in ospedale – molti già riconvertiti in aree interamente Covid –, ieri a quota 984 sui 1.150 posti letto a disposizione. Ciò anche grazie all’aiuto che arriva dal privato accreditato, come conferma Averardo Orta, presidente di Aiop (l’Associazione italiana ospedalità privata): "Sono 507 i letti, tra ordinari e terapia intensiva, che abbiamo messo a disposizione – dice – sui circa 1.400 totali". Nel dettaglio: 60 posti da Villa Laura, 64 più 8 di terapia intensiva da Villalba, 45 dalla casa di cura Prof Nobili e Ghc, 80 dagli Ospedali privati riuniti Ghc, 125 (+6) da Villa Erbosa, 49 da Santa Viola, 70 da Villa Ranuzzi. Ai circa 900 (sui 1400) rimanenti, ne vanno ’eliminati’ altri 300, "persi per le regole d’ingaggio dei reparti Covid, tra rigidissime divisioni dei percorsi e logistica. Oggi di effettivamente utilizzabili per le nostre attività ne restano 500-600".

Positivi al Sant’Orsola. Ieri, intanto, sono risultati positivi quattro persone, tutte asintomatiche, nella Chirurgia generale trapianti del Policlinico e nella Nefrologia. "In via precauzionale – spiega il Sant’Orsola – è stata sospesa temporaneamente l’attività di trapianto di fegato e rene. Sono già in atto riassetti organizzativi per fare ripartire l’attività nel più breve tempo possibile". I quattro pazienti sono stati trasferiti subito in un reparto Covid. Complessivamente nei due reparti sono presenti altre 44 persone "tenute sotto stretta sorveglianza".

Bilancio nerissimo. Continua, purtroppo, la triste conta dei decessi: dopo i 25 di giovedì, sono state altre nove le croci registrate il giorno successivo (sette donne tra i 70 e i 93 anni e due uomini di 83 e 86). Terribile il contributo di sangue di tutta l’area metropolitana dall’inizio dell’incubo: 3.024 vittime (2.180 tra Bologna e provincia).

"Vaccini obbligatori". Siamo appena all’inizio della terza ondata e i malati sono già saliti a 10.000 (9.000 curati a casa), ben 3.500 in più rispetto a l’intera seconda. Ecco perché, riprende il presidente Orta, "ancora più fondamentali diventano i vaccini". Alle 15 di ieri, in tutta la regione, le dosi somministrate complessivamente sono arrivate a 467.897. "E non è troppo tardi per renderli obbligatori, darebbe un enorme senso di responsabilità per risolvere questa situazione", chiosa Orta che non dimentica quella parte di sanitari che a oggi non vuole sentirne parlare. Una percentuale, tra veri e presunti no-vax, sia nel privato che nel pubblico che si aggira tra il 15-20%. "Siamo di fronte a una pandemia che ha messo in ginocchio anche l’economia – continua il numero uno di Aiop – Se questa situazione dura un altro anno, semplicemente perché la gente ha voluto aspettare a fare il vaccino, vuol dire un danno da miliardi di euro per l’economia che poi, purtroppo, si tradurrebbe in morti. Come è obbligatorio il vaccino per il morbillo, deve esserlo anche contro il Covid". A partire proprio dagli operatori sanitari. "Avevo fatto una proposta – chiude provocatoriamente Orta –: va bene non vaccinarsi, ma se prendi il Covid ti paghi le cure. Anche solo un 30% di esse. Un giorno in terapia intensiva costa 1.100 euro".