Il Sars-CoV-2 ha compiuto un salto di specie da animale a uomo e questo si è verificato la prima volta nel famoso mercato di Wuhan: "Follow the animals, insomma: se guardiamo una cartina del mercato, da me visitato molte volte, l’area nella quale sono state trovate le più alte concentrazioni di virus è quella che ospita gli animali selvatici". È la tesi che l’epidemiologo Edward Holmes, professore di Biologia evolutiva all’Università di Sidney – il primo ad annunciare al mondo con un Tweet la sequenza genomica di Sars-CoV-2 a gennaio 2020 – ha sostenuto, collegato alla settima edizione del Festival della scienza medica. Holmes esclude la possibilità che questo Coronavirus sia stato creato in laboratorio: "La diffusione dei primi casi di virus si riscontra proprio accanto al mercato, molto distante dall’Istituto di virologia al centro delle accuse di chi ritiene che si sia trattato di un incidente di laboratorio con fuga del virus".
Sono stati 436mila gli accessi unici alla piattaforma del Festival, che quest’anno ha reso disponibile la diretta. "Pur avendoci sempre creduto e investito, non avrei mai pensato che la manifestazione potesse raggiungere questi numeri – sottolinea Fabio Roversi-Monaco, ideatore della manifestazione – e mi toccherà ricredermi rispetto alle potenzialità dell’online. Credo che la ricetta del successo sia nel proporre nomi di grandissimo prestigio, guidati dalla passione per la scienza e non dal desiderio di apparire. Con la Fondazione che ho appena creato e con i partner consolidati del Festival – che ancora una volta ringrazio di cuore – continueremo in questa direzione".
Il Festival è promosso da Fondazione per la promozione e lo studio della scienza medica, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e l’Alma Mater e con il supporto del Gruppo Intesa Sanpaolo. Scienziati, medici e ricercatori tra i più autorevoli al mondo hanno dato vita a un dibattito che ha spaziato dalle origini del virus alla possibile fine della pandemia, che per l’Italia è molto vicina, secondo l’epidemiologo John Ioannidis, per il quale "l’Italia ha percentuali di vaccinazioni ottime, soprattutto per la fascia degli over 65, quella più esposta al rischio di conseguenze gravi". Per l’epidemiologo, le difficoltà nel tenere sotto controllo la pandemia sono legate al ruolo degli asintomatici, "invisibili" vettori di virus. Tuttavia, ha aggiunto, "i lockdown imposti a intere nazioni, non hanno portato a grandi miglioramenti, mentre, per esempio, stoppare i grandi eventi si è rivelato efficace". Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione al ministero della Salute, ammette che "abbiamo evitato, grazie alle misure di prevenzione e adesso ai vaccini, la grande ondata, quella che avrebbe saturato gli ospedali, li avrebbe congestionati, avrebbe fatto molti morti non solo a causa del Covid direttamente" e poi aggiunge che in Italia c’è stata una "campagna vaccinale veramente di successo", tra i diversi Paesi europei, per esempio, "siamo andati meglio della Germania". Per il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, siamo di fronte a "una pandemia estremamente innovativa", per l’inedita "possibilità di condividere rapidamente dei dati, di sequenziare milioni di sequenze e di mettere a punto in meno di un anno vaccini efficaci".
Alberto Mantovani, presidente di Fondazione Humanitas, precisa: "Io mi vaccino perché c’è un rischio del non fare la terza dose, o richiamo, e a fronte di nessuna evidenza e nessun motivo per pensare a un eccesso di tossicità lo facciamo per proteggere noi stessi, la nostra famiglia, e i nostri pazienti". Anche Pierluigi Viale, infettivologo del Sant’Orsola, si è soffermato sui vaccini: "Possiamo dire che il tasso di effetti collaterali gravissimi, il tasso di mortalità correlabile alla vaccinazione, è due per 10 milioni di dosi somministrate, quando sappiamo che il tasso di mortalità del Covid è quasi tre per 100mila pazienti infetti".
Donatella Barbetta