MASSIMO SELLERI
Cronaca

Rebecca Busi sfida il deserto della Dakar

A 25 anni sarà la più giovane pilota che abbia mai partecipato alla competizione: "Occasione unica, fondamentale la preparazione"

Rebecca Busi si prepara a partecipare al famoso rally che prenderà il via il primo gennaio

Bologna, 10 dicembre 202 1- Guidando una Ranger Rover 3900 a benzina Rebecca Busi, a 25 anni, sarà la più giovane pilota che abbia mai partecipato alla Dakar, il famoso rally che prenderà il via il primo gennaio in Arabia Saudita e che è arrivato alla sua 44esima edizione. Nata a Bologna, residente a Camugnano, la passione per i motori gli è stata trasferita dal padre Roberto e il sogno, per il momento rimasto sempre nel cassetto, è quello di guidare le macchine da rally come professione e non solo per passione. Frequentando un master in Economia in Spagna, il tempo è quello che è, e così Rebecca ha deciso subito di sparare alto partecipando a quella che è la competizione più famosa al mondo. "E’ un forte investimento su me stessa – racconta la pilota – e non nascondo che un po’ di preoccupazione c’è, come penso sia normale quando da tanto tempo si desidera una cosa e poi si avvera. Penso di essermi preparata bene e per questo credo che tutto andrà nel migliore dei modi".

La squadra si chiamerà "RR Team", il numero sull’auto sarà il 734 e il navigatore sarà Roberto Musi che in questa storia ha un ruolo centrale. "Era da due anni che volevo partecipare alla Dakar – prosegue Rebecca – e mio papà mi diceva sempre che l’unico modo per farlo era quello di contattare un navigatore che fosse anche meccanico. Mi ha fatto esplicitamente il nome di Roberto e io ho iniziato a seguirlo e a conoscerlo. Lui aveva già deciso di partecipare a questa Dakar e l’occasione si è presentata quando il suo pilota per problemi familiari ha dovuto rinunciare. A quel punto ho accettato di sostituirlo: era un sogno che si avverava".

Il team partirà il 26 dicembre dall’Italia per essere pronto entro il primo gennaio quando da Jeddah vi sarà il trasferimento diretto a Ha’Il. Sebbene gli organizzatori abbiano eliminato la parte del percorso che nelle precedenti edizioni aveva creato parecchi problemi, si tratta comunque di guidare nel deserto. La corsa si concluderà il 14 gennaio ritornando al punto di partenza. "Mio padre ha partecipato a Tre Rally dei Faraoni in Egitto e mi ha spiegato quali sono le difficoltà nel condurre l’auto sulla sabbia – spiega Rebecca –. La difficoltà principale è restare sempre concentrati per le 68 ore che sono necessarie per completare il percorso giornaliero. Anche a livello fisico non è uno scherzo e per questo continuo a prepararmi. Alla fine percorreremo circa 8mila chilometri con un solo giorno di riposo, ma mi sento pronta ad affrontare questa sfida". I veicoli partecipanti saranno 148, a dimostrazione di quanto questo rally non sia affatto una passeggiata.