ERICA ZAMBONELLI
Cronaca

Cosa succede in via Sabotino a Bologna e perché c’entra l’alluvione di ottobre

Prove di carico per riaprire la zona dello stradone che è chiusa al traffico: lì sotto passano, soprapposti, il Ravone e il canale Reno ed è stata una delle aree più a rischio la notte del 19 ottobre

Bologna, 8 novembre 2024 – Prove di carico in via Sabotino: il Comune studia la possibilità di riaprire tutte le corsie lungo lo stradone. Una decisione che allevierebbe molto una zona martoriata dal traffico anche grazie ai restringimenti della vicina via Saffi

Se le verifiche daranno esito positivo, insomma, verrebbe sventato il pericolo (più che reale) di un necessario intervento di sicurezza. Il che significherebbe la scoperchiatura della strada, come accadde in via Saffi, per mettere mano al duplice passaggio sotterraneo del canale Reno e del Ravone che avviene proprio in quella zona.

Cosa è successo la notte dell’alluvione

Ma cosa è successo in via Sabotino, nella zona tra via Busi e via del Carso, e cosa c’entra l’alluvione del 19 ottobre? Sotto a via Sabotino scorrono, infatti, i letti tombati del canale Reno e del Ravone. Anzi, proprio lì il Ravone viaggia sovrapposto al canale Reno: sabato 19 ottobre scorso, la terribile notte dell’alluvione, le acque del Ravone sono finite nel sottostante letto di canale Reno che, in questo periodo, è in secca – come avviene ogni anno – per i lavori di manutenzione.  

Il canale Reno, seppure vuoto, non è riuscito a contenere l’enorme massa d’acqua proveniente dai rii collinari, dal torrente Ravone e dal rio del Meloncello in primis. E così è esondato a sua volta nella zona di via Riva Reno, dove è stato recentemente scoperto. 

Cosa sarebbe successo se il canale Reno non fosse stato in secca? Il Consorzio dei Canali di Reno e Savena spiega che il canale sarebbe stato vuoto anche se non fosse stato in manutenzione. “In accordo con la Protezione Civile, quando i livelli idrici del fiume Reno e del torrente Savena superano determinate soglie, viene attuata una misura preventiva di secca temporanea del sistema idrico cittadino”, spiegano i tecnici.

I volontari al lavoro in via Andrea Costa nei giorni dopo l'alluvione e a destra la parrocchia di San Paolo in Ravone dove proprio in quei giorni era stato allestito un punto di ristoro
I volontari al lavoro in via Andrea Costa nei giorni dopo l'alluvione e a destra la parrocchia di San Paolo in Ravone dove proprio in quei giorni era stato allestito un punto di ristoro

Come sta ora il canale Reno

Ora, passata l'emergenza, il canale resta comunque chiuso perché quasi completamente ostruito dall’enorme massa di fango e detriti trasportata a valle dai torrenti e dalle fogne. Ora che il fango si è seccato, la cavità del canale è pressoché ‘cementata’. “E’ necessario rimuovere tonnellate di fango e detriti dal reticolo cittadino per garantire il corretto funzionamento del sistema idraulico in vista delle prossime perturbazioni stagionali – spiegano i tecnici –. La zona più colpita del canale di Reno è nel tratto dalla Certosa, in via Sacco e Vanzetti, fino a via Marconi”. I lavori per dis-ostruire il letto sotterraneo non sono ancora completati e quindi il canale Reno resterà chiuso ancora per settimane. 

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La verifica strutturale di via Sabotino

Ma, mentre si lavora sotto terra, si fanno anche le prove di carico a livello stradale. Il doppio passaggio sotto via Sabotino (come detto: Ravone e canale Reno) è stato uno dei punti più critici durante la notte dell’alluvione. Per questo, da oggi e e per circa due settimane, nel “tratto di via Sabotino chiuso al traffico dal 26 ottobre, sono in corso prove di carico con due camion per testare la tenuta dei tombinamenti a seguito dell'alluvione e per verificare il rispetto dei requisiti di sicurezza”, spiega il Comune.

La città, paralizzata oggi come sempre, prega e spera.