FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Cosa succede in Emilia-Romagna. Fa paura la criminalità minorile. Emergenza giovani stranieri

La relazione del procuratore generale: non vere e proprie baby gang ma gruppi disomogenei "Aggrediscono e rapinano soprattutto i coetanei. In tilt il sistema dell’accoglienza".

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Durante la pandemia, gli adolescenti costretti a stare chiusi in casa passavano il loro tempo a chattare, a pubblicare foto sui social, a navigare in rete. E lì, sul web, alcuni di loro delinquevano. Ora invece si assembrano in modo "incontrollabile" nelle piazze, nei centri commerciali e affini, luoghi in cui poi scatenano "aggressioni o azioni di disturbo e allarme sociale". È allarme criminalità minorile all’inaugurazione dell’Anno giudiziario del distretto della Corte d’appello di Bologna, presieduta da Oliviero Drigani, che raggruppa le nove Procure dell’Emilia-Romagna e quella minorile: a lanciarlo sono il procuratore generale Paolo Fortuna e l’avvocato generale Ciro Cascone.

I quali notano come nell’ultimo anno si sia registrato un calo dei "reati che avevano avuto un’impennata durante la pandemia, come il revenge porn", mentre abbiano avuto una "vigorosa ripresa" gli illeciti "da strada", come lesioni, furti, rapine, estorsioni. Ecco allora che, pur a fronte di qualche decremento – le notizie di reato su minorenni nel biennio sono passate da 3.667 a 3.568, numeri comunque elevatissimi –, resta la costante crescita di denunce per "alcune delle più gravi tipologie di reato, tra cui riconducibili alla violenza di genere", dicono procuratore e avvocato generale. Nello specifico, sebbene siano in calo rispetto all’anno prima, restano troppe le denunce per abusi sessuali, revenge porn e maltrattamenti; mentre registra addirittura un’impennata lo stalking, in aumento del 23 per cento. Contestualmente, crescono "straordinariamente" le rapine (317 nel 2023 contro le 229 dell’anno prima), i furti (834 contro 727, quasi il 15 per cento in più) e i delitti in materia di stupefacenti (un terzo in più).

Ma chi sono questi giovani che si assembrano e delinquono? In primo luogo, non si tratterebbe di vere e proprie baby gang, ossia bande di minorenni internamente organizzate, bensì "formazioni estemporanee e non strutturate di gruppi numerosi di giovani", che magari si sono dati appuntamento sui social e che talvolta si limitano a disturbare, altre invece "aggrediscono coetanei con un uso spregiudicato dei coltelli, arrivando a commettere rapine, estorsioni e non poche risse", il tutto condito da "un crescente ricorso alla violenza fisica e morale spesso senza scopo o per beni di scarso valore, alla ricerca di un’identità forte e dell’affermazione di sé".

Contestualmente a tale fenomeno, si stanno impennando le segnalazioni di minori irregolari sul territorio: le iscrizioni su minori stranieri non accompagnati nel distretto emiliano-romagnolo sono passate da 1.562 a 2.154. "È ormai più che drammatica la situazione dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, il cui numero esorbitante e in crescita inarrestabile, ha messo in ginocchio il sistema regionale di accoglienza e ha reso quasi impossibile il puntuale controllo delle loro condizioni di vita e la tempestiva attivazione delle procedure di tutela, regolarizzazione e integrazione", chiosano dunque procuratore e avvocato generale.

L’allarme sociale, sul fenomeno dei minori senza regole, è dunque sempre più reale ed evidente. A evidenziarlo è pure il dato relativo alle misure cautelari richieste nei confronti di under 18: l’anno scorso sono state ben 92, di cui 50 per custodia cautelare in carcere.