‘Rivedrete Hitler all’inferno’. Due ragazzine stringono in mano il cartello della vergogna. Lo fanno durante la manifestazione in solidarietà con il popolo palestinese (e contro Israele) che domenica pomeriggio ha attraversato la città. Quasi 5mila persone. Rappresentanti delle comunità marocchina e bengalese, tunisina e pakistana. Ma anche esponenti di collettivi e di Potere al Popolo. Che oltre a urlare slogan di rabbia contro Israele, ne hanno anche bruciato una piccola bandiera.
Odio di popoli contro popoli, quando invece in questo momento l’unica voce che si dovrebbe alzare è quella che invoca la pace. Odio che non è passato inosservato, alla Digos per prima, che sta ricostruendo volti e responsabilità. Odio che non può passare inosservato. Perché se è vero che manifestare è un diritto, propagandare l’odio, in questi tempi di attentati e orrore, è da criminali. Subito domenica, il senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei aveva annunciato un’interrogazione parlamentare sulla manifestazione, scortata - in particolare nei pressi degli obiettivi sensibili come il monumento alla Shoah - da un nutrito servizio d’ordine. E ieri si è levata anche la voce di Andrea De Maria, deputato Dem: "Una cosa è chiedere sicurezza per i civili palestinesi – dice –. Altra cosa è bruciare la bandiera di Israele o condividere un certo tipo di messaggi davvero inaccettabili senza dire una parola sulla barbarie di Hamas. Chi si batte per la pace deve riconoscere il diritto alla sicurezza dello stato di Israele insieme al diritto del popolo palestinese a vivere in un proprio stato. Ed il rischio del riproporsi di fenomeni di antisemitismo non deve assolutamente essere sottovalutato. Ce lo insegna la storia, anche in Italia".
Ed è proprio la storia, che si dimentica troppo in fretta, che dovrebbe essere il faro, "per non far ripiombare l’Europa nell’antisemitismo", spiega Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica bolognese, preoccupato dalla deriva di chi "non comprende che la situazione è terribile per tutte le persone che vivono quei territori. E che l’attacco di Hamas è arrivato a distruggere i fragili equilibri, in un percorso di pace portato avanti da Israele". E oggi De Paz chiede alla polizia, che ha seguito tutta la manifestazione, di indagare, di individuare "chi esponeva quel cartello delirante, perché non si può far finta di niente. Oggi chi governa la città e il Paese dovrebbe stringersi in un appello contro simili espressioni di odio antisemita. Perché vedere la polizia costretta a proteggere i negozi degli ebrei non è accettabile. Ed è un insulto all’Italia".