Il corpo senza vita sul lettino sanguina e respira. Una innovazione tecnologica testata per la prima volta in Italia nel Centro di anatomia clinica e chirurgica sperimentale e molecolare dell’Università di Bologna, che permette a medici e aspiranti tali di simulare interventi chirurgici dal realismo quasi perfetto, esercitandosi in completa sicurezza su corpi donati alla scienza. La tecnologia che permette di vascolarizzare e ventilare artificialmente i cadaveri si chiama ’Simlife’, dell’azienda Simedys; è stata testata in due giornate da più di venti equipe mediche, con ottimi risultati. Questo tipo di simulazione potrebbe aprire nuove frontiere per il training medico e lo sviluppo della ricerca biomedicale.
"Si tratta di una tecnologia con potenzialità rivoluzionarie – così Lucia Manzoli, direttrice del Dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie e responsabile del Centro di anatomia clinica –. Pensiamo che l’utilizzo di questa pratica possa trasformare i metodi di formazione in campo medico-chirurgico e lo sviluppo tecnologico biomedicale".
Lavorare su un cadavere vascolarizzato e ventilato permette di ricreare una situazione simile a quella della sala operatoria reale, offrendo ai medici in formazione la possibilità di esercitarsi su attività normalmente molto complicate da apprendere e dal rischio elevato per il paziente; gli specialisti invece hanno l’opportunità di utilizzare questa tecnologia per testare nuove tecniche operatorie ad alta complessità. Con il coordinamento scientifico di Stefano Ratti, professore di Anatomia umana dell’Alma Mater, durante le simulazioni è stata realizzata una ventina di interventi di diverse complessità da altrettante equipe. Si sono alternati professionisti di esperienza e giovani in formazione dell’Azienda ospedaliero-universitaria, dell’Istituto ortopedico Rizzoli, dell’Istituto delle Scienze neurologiche e della Clinica odontoiatrica dell’Unibo. "Il Centro si conferma un riferimento nazionale, in grado di attrarre anche partner stranieri – chiude Manzoli –. E ringraziamo chi con infinita generosità dona il corpo alla scienza".