Bologna, 20 maggio 2020 - Una notte da film. Chi si aspettava uno scatto di senso civico e responsabilità con la fine del lockdown, dovrà cominciare a ricredersi. Quello andato in scena l’altra notte tra il dedalo di vie in centro è uno spettacolo degno de La notte del giudizio, pellicola del 2013 nella quale, in un futuro distopico, il governo concede alla popolazione uno ‘sfogo’ di dodici ore in cui liberare le pulsioni represse durante il resto del tempo. Il leitmotiv è quello tipico di un’esagerazione all’americana. Ovviamente si tratta di un’iperbole, ma i parallelismi non mancano: nella prima sera della famigerata riapertura di bar e locali, gli avventori hanno rilasciato tutta la propria voglia di bere, fare baldoria e riversarsi in strada.
Quella chiusa a chiave nel cassetto evidentemente con tanta fatica negli ultimi due mesi e mezzo. Assembramenti con decine e decine di persone, la totale assenza di mascherine e dispositivi di protezione individuale, alcol a fiumi con bottiglie e cocktail prosciugati finiti a terra, senza contare il disturbo ai residenti. Il tutto, nonostante la pioggia incessante che è scesa per tutta la notte. Era da un po’ che non si vedevano un centinaio di persone tutte insieme sotto i portici, tanto da far spaventare i cittadini e richiedere l’immediato intervento delle forze dell’ordine. Il nostro reportage racconta di una movida che torna prepotentemente, in barba a chi continua a rispettare le regole, a chi da mesi non può riabbracciare i propri parenti distanti, a chi ha perso una persona cara e ora farebbe di tutto per non vedere tornare su l’indice dei contagi.
VIA IRNERIO L’allarme è scattato intorno alla mezzanotte di ieri, lungo l’arteria stradale che parte da Porta San Donato, all’angolo con via Capo di Lucca. All’arrivo, la scena parlava già da sé: poco meno di un centinaio persone radunate sotto il portico, davanti a un bar. Almeno quattro le Volanti intervenute, invocate dai residenti rimasti attoniti di fronte a quel maxi-assembramento che proprio non immaginavano di vedere. Ma nonostante la ressa, nonostante il gran vociare e il tappeto di birre e bicchieri sparso tra le caviglie della gente, un aspetto è balzato subito all’occhio: la totale mancanza di protezioni. Praticamente nessuno dei giovani presenti indossava la mascherina. Guanti? Neanche a dirlo. E pensare che alcuni bar della zona sono davvero piccoli, con pochissimo spazio all’interno: viene abbastanza naturale domandarsi come possano essere stati rispettati i dettami anti Covid-19 con un afflusso del genere.
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Gli esercenti del locale che ha calamitato la movida, arrivata la polizia e l’orario di chiusura, hanno cominciato senza battere ciglio a riportare dentro i tavolini e ricomporre la situazione, invitando i presenti ad andarsene. Gli agenti sono entrati in azione per far rispettare le indicazioni e le linee guida del protocollo di sicurezza sulle riaperture, intimando agli avventori di cambiare aria e non assembrarsi sotto i portici, nell’arco di pochissimi metri. Nessuna sanzione dovrebbe essere stata elevata. Non solo nel punto incriminato tra Irnerio e Capo di Lucca, però, perché con la riapertura di bar e locali la strada si è animata fino a tardi con altri assembramenti – anche se molto più contenuti, c’è da sottolinearlo –, da entrambi i lati della via. Alla fine il popolo della notte ha deciso di mollare la presa e i giovani hanno cominciato a disperdersi, continuando a scorrazzare qua e là per evitare in tutti i modi di tornare a casa, ma non prima di lasciarsi andare a cori e urla per ribadire la propria volontà di fare balotta.
ZONA UNIVERSITARIA Il ritorno della movida non poteva che vedere alcune scene del film horror girate tra piazza Verdi, via Petroni e dintorni. In strada, tra mezzanotte e l’una, fatta eccezione per il caldo è sembrato di essere tornati a gennaio, prima della pandemia, con gli studenti impegnati tra un drink e l’altro a rilassarsi post studio. La realtà, però, racconta di due mesi di emergenza sanitaria e non può che sorprendere vedere la naturalezza con cui i ragazzi si attaccano alle cannucce tra un sorriso e una battuta, la prima notte dell’effettiva entrata in scena della fase due. In via Petroni, i locali sono stati presi d’assalto come un tempo, con le conseguenti e ormai note proteste dei residenti, che hanno ripreso anche alcune scene cominciando a farle circolare sui social. Tra gli schiamazzi, c’è anche chi si è lanciato in un ‘contest’ di danza. E anche lungo via San Vitale e via Zamboni, non è stato difficile notare qualcuno accovacciato tra un portone e l’altro a sorseggiare una birra con gli amici, scambiandosi quattro chiacchiere.
VIA DEL PRATELLO Finita nel mirino già con gli assembramenti del 25 aprile, i bolognesi avevano segnalato il ritorno degli avventori nei giorni scorsi, attirando l’attenzione di Palazzo d’Accursio. "Arriveranno multe per chi non rispetta le regole, è l’unica soluzione", le parole dell’assessore Aitini raccontate dal Carlino . Un monito che non sembra essere bastato, per il momento, visto che anche in via del Pratello, lunedì notte, sono stati diversi gli assembramenti. Anche qui poche, pochissime mascherine. Quel senso civico e di rispetto delle regole su cui ha invitato a riflettere anche l’amministrazione, sembra essere stato schiacciato dall’incontenibile voglia di uscire, di andare in un bar e ordinare qualcosa, di incontrare un amico all’aria aperta. Richieste plausibili solo in tempi non sospetti. Molto meno se il Paese sta uscendo martoriato e con migliaia di vittime da una pandemia devastante e, ora, quello a cui si invitano i cittadini di tutte le età è soprattutto un elemento: quello della responsabilità.