Bologna, 25 giugno 2020 - Dopo la notizia del cluster nell'azienda Bartolini (che ora si chiama BRT), in zona Roveri, partono i controlli anti Covid. Test a tappeto (video), con una postazione tamponi posizionata nello spiazzale della sede in via Cerodolo, nell'area industriale alla porte di Bologna.
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All'ora di pranzo, è ben visibile il via vai di tecnici e operatori sanitari alle prese con le procedure per i test che servono per andare a caccia del virus. L'attività di screening con tamponi, fa sapere l'azienda, è stata estesa a 370 persone.
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Un'azione preventiva di cui aveva già parlato il Carlino ieri e che ora si concretizza nell'attività di indagine. Tutto è nato dopo che due magazzinieri sono stati trovati positivi al Covid-19 nei giorni scorsi. La direzione dell'azienda di spedizioni ha così deciso di chiudere il magazzino a scopo precauzionale.
L’azienda, però, non ha chiuso i battenti, continua a restare aperta e attiva, anche se la chiusura del magazzino sta creando ritardi nelle consegne, soprattutto nella zona di Bologna. Intanto, sono stati attivati test per tutti i dipendenti che hanno portato a un primo, allarmante, responso: 64 positivi, di cui pero' 'solo' nove sintomatici, con due ricoveri.
I test proseguono anche oggi: l'obiettivo è, ovviamente, capire se il focolaio possa essersi allargato e aver contagiato altri operai e dipendenti.
Bartolini Corriere Espresso "sta seguendo e gestendo con estrema attenzione l'evolversi della situazione legata al cluster Covid-19 verificatosi nel proprio magazzino di Bologna Roveri, e originato da lavoratori di servizi logistici di magazzino gestiti da una società esterna".
Lo scrive l'azienda che "si è prontamente attivata in stretta collaborazione con l'Azienda Sanitaria Locale", facendo uno screening con tampone su circa 370 persone.
L'azienda, in una nota, spiega di essersi attivata con l'Ausl "al fine di contingentare e razionalizzare le attività operative e contemporaneamente per la verifica della diffusione del contagio, in rigorosa conformità al 'Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro".
Sono state dunque "prontamente attuate le necessarie misure di sicurezza a tutela degli operatori e dei dipendenti e di verifica di diffusione del contagio". Per prima cosa "è stato effettuato lo screening attraverso tampone naso-faringeo dei circa 200 lavoratori, che attualmente ha evidenziato la presenza di alcuni positivi asintomatici". Inoltre, per tutti i lavoratori coinvolti è stato disposto l'isolamento domiciliare, come previsto dai protocolli sanitari nell'ambito della emergenza Covid.
Quindi, è stata fatta una "profonda sanificazione degli ambienti, condotta da aziende certificate e specializzate, in aggiunta a quelle previste dal protocollo interno predisposto in ottemperanza delle disposizioni ministeriali".
Infine, "con l'obiettivo di tutelare al massimo la salute di clienti, fornitori e collaboratori diretti ed indiretti, in data odierna sono stati sottoposti a tampone altri 170 lavoratori, tutti i drivers ed i dipendenti operativi della filiale".
Come è nato il focolaio e come si è mossa l'Ausl
A fare il punto della situazione è Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di sanità pubblica dell'Ausl di Bologna. Le attività di tracciamento e screening, spiega all'agenzia 'Dire', "sono iniziati appena abbiamo avuto i primi casi". La procedura è partita "dopo la segnalazione di un medico, la settimana scorsa. Ma i lavoratori hanno contattato tardivamente il proprio medico - rileva Pandolfi - e questo non va bene. Serve molta responsabilità in questo momento".
Nei primi giorni di analisi, continua il dirigente Ausl, "abbiamo trovato 47 dipendenti positivi, di cui sei sintomatici". Ci sono inoltre "altri 17 casi, riconducibili al focolaio lavorativo della Bartolini, tra familiari e conoscenti, di cui tre sintomatici".
Quindi in totale a ieri sono 64 i casi di covid-19, di cui nove sintomatici, con due ricoverati nei reparti covid degli ospedali bolognesi e tutte le altre persone in isolamento a casa.
L'indagine è stata poi estesa anche ad altri contatti stretti, spiega ancora Pandolfi: altri lavoratori della Bartolini, familiari e conoscenti, che per ora però non risultano positivi.
Si parla in ogni caso di altre 130 persone in isolamento a casa, alcune con tampone negativo e tutte sotto sorveglianza. "Il focolaio al momento interessa solo i magazzinieri delle Roveri - ci tiene a precisare Pandolfi - non autisti, corrieri e impiegati. Ma faremo i tamponi anche a loro, per essere sicuri".
Ad oggi sono stati eseguiti 138 tamponi, che hanno determinato i 64 casi, e altri 190 sono stati fatti nella giornata di oggi.
Il controllo dell'Ausl: "Non tutti portavano la mascherina"
"Il focolaio è sotto controllo e sappiamo dove fare le indagini- assicura il responsabile Ausl- è probabile che ci sia un'evoluzione in crescita nei prossimi giorni. Anzi, più troviamo nuovi casi e meglio è, perché vuol dire che la nostra attività sta funzionando", continua Pandolfi. Ma come è nato il focolaio? "Il problema è che le regole vanno rispettate", risponde Pandolfi.
Nella notte di giovedì scorso, il 18 giugno, l'agenzia Dire risporta che l'Ausl ha fatto un sopralluogo a sorpresa nel magazzino di Bartolini alle Roveri, riscontrando mancanze e facendo alcune prescrizioni all'azienda (non sanzioni). "Non tutti portavano la mascherina - riferisce il dirigente Ausl - non era sempre garantito il rispetto delle distanze e c'erano alcune mancanza anche sulla gestione dei locali in termini di pulizia".
La ditta ha quindi chiuso il magazzino per qualche giorno, spiega Pandolfi, "per sanificare i locali, e ha mandato a casa tutti i lavoratori impiegati dall'1 giugno, reclutando altri 30 addetti da diverse cooperative e riaprendo da lunedì il magazzino con attività ridotta". Anche su questi nuovi lavoratori, l'Ausl ha avviato i controlli.