Gli impianti del Corno alle Scale sono aperti. Grazie al lavoro della società che gestisce la stazione, è comunque possibile sciare anche sull’appenino bolognese. Le piste sono fruibili solo parzialmente, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, e l’afflusso di utenti in questi giorni continua ad essere notevole. Messo alle spalle il Natale, la stagione turistica invernale del Corno prosegue grazie all’apertura delle piste Polla, Campo Scuola e Tappeto mobile, anche se i responsabili della società sperano di potere presto aggiungerne altre grazie al lavoro di innevamento programmato e all’irrigidimento delle temperature previsto a partire dalla giornata di oggi.
La società di gestione, formata per lo più da imprenditori della zona che hanno come unico obiettivo quello di tenere vivo il territorio attraverso il turismo, non intende entrare nel merito del ricorso che alcune associazioni ambientaliste hanno proposto al Consiglio di Stato, dopo essere state sconfitte al Tar, per fermare i lavori che prevedono la sostituzione di due vecchie strutture di risalita con una nuova, ma ci tiene a precisare che alcune argomentazioni legate all’attività della stazione sciistica non sono esatte.
Gli impianti sono stati aperti dall’8 dicembre fino al 17 dicembre e poi dal 23 dicembre è partita la stagione vera e propria, con un buon riscontro di presenze che hanno riempito le piste e gli alberghi del comprensorio, anche se le alte temperature che ha impedito di aprire tutta la stazione com’era nelle intenzione dei responsabili della società. Inoltre, grazie alle piste aperte, le prenotazioni alberghiere sono aumentate e si sta andando verso il tutto esaurito per la fine dell’anno. Va anche chiarito che queste associazioni ambientaliste hanno raccolto la loro iniziativa legale dietro la sigla "Un altro Appennino è possibile", ma al momento non hanno indicato quale sia la via alternativa da seguire.
La nuova struttura di risalita, la cui realizzazione ha subito diversi ritardi, consentirebbe anche alle persone disabili di raggiungere il Lago Scaffaiolo, e di avere un comprensorio che con i suoi rifugi lavorerebbe tutto l’anno, consentendo ad un centinaio di persone di avere una occupazione stabile, grazie anche alla stretta collaborazione con le terme di Porretta.