Domani è l’ultimo giorno, almeno per il momento, della mobilitazione dei metalmeccanici delle fabbriche bolognesi nell’ambito del pacchetto di otto ore di sciopero proclamato a livello nazionale per riconquistare il tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale lavoro (Ccnl) Federmeccanica-Assistal.
Così, tra 24 ore, davanti ai cancelli di alcune fabbriche dell’area metropolitana, ci saranno una serie di presidi indetti dai sindacati provinciali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil. Al momento, gli stazionamenti confermati sono quattro: Marelli Bologna dalle 7 alle 9.30, Bonfiglioli dalle 8 alle 10, la Fna di Zola Predosa alle 9.30 e, infine, c’è anche la Toyota (alle 11, ndr) di Borgo Panigale, dopo il disastro dell’ottobre scorso.
"È il momento di investire nel lavoro per rafforzare il nostro sistema industriale e attrezzarlo ad affrontare le enormi sfide del nostro tempo", sostiene Simone Selmi, segretario Fiom-Cgil Bologna. Tuttavia, "da giovedì vedremo come proseguire la vertenza: senza una riapertura del tavolo, la mobilitazione proseguirà con un altro pacchetto di proteste", annuncia Selmi. Allora, per riaprire il confronto, "occorre individuare delle riforme che limitino il precariato nel settore e regolino le filiere di appalto – sostiene Selmi –, a partire dalle garanzie occupazionali in caso di cambio di appalto, oltre ad avviare una sperimentazione per la riduzione dell’orario di lavoro. Da considerare è "anche la ridistribuzione della ricchezza attraverso il riconoscimento di un aumento salariale grazie a un meccanismo che dia garanzie di recupero del potere d’acquisto ai lavoratori".
In città, "c’è un sistema relazionale consolidato negli anni e non va disperso". Il riferimento dei sindacati è alla ‘contro-piattaforma’ presentata da Federmeccanica, che "palesa la volontà di rompere le trattative e dimostra la completa indisponibilità a giungere a rinnovo contrattuale". Un altro tema contenuto all’interno della proposta sindacale è "la responsabilità sociale", richiamata da Massimo Mazzeo, segretario Fim-Cisl Bologna: "Notiamo dell’incoerenza tra le parole e i fatti da parte di Federmeccanica – attacca Mazzeo –. A testimoniarlo è la posizione pregiudiziale e ostile che hanno nei nostri confronti".
Soprattutto, in un territorio, "dove abbiamo pagato il prezzo più alto: quattro morti nell’ultimo quadrimestre del 2024, di cui la metà derivanti dal settore degli appalti – ricorda Stefano Lombardi, segretario Uilm Uil Bologna –. Per questo, nel Ccnl, va fatta una discussione a tutto tondo sul tema della sicurezza. Nelle grandi imprese sono stati rinnovati tutti gli integrativi, da Ima a Ducati. In questo territorio le aziende hanno dimostrato nei fatti di essere aperte al confronto. Qui sono colombe – sottolinea –, ma falchi a Roma e ci fanno sapere che la controproposta Federmeccanica è ultimativa: una cosa inaccettabile e irricevibile nel merito e nel metodo".
Giovanni Di Caprio