Bologna, 9 giugno 2024 – "Collocazione sbagliata dei Cau (Centri assistenza urgenza), mancanza di collegamento tra i medici che vi lavorano e quelli di medicina generale, due aspetti che non portano a un alleggerimento dei Pronto soccorso. Se si vuole far funzionare meglio queste strutture è necessario uno stretto collegamento con i medici di famiglia che conoscono la storia dei pazienti". Sono le opinioni e i suggerimenti espressi da Salvatore Bauleo, segretario generale provinciale della Fimmg Bologna (il sindacato dei medici di famiglia).
"Ci sono tre cose che riteniamo errate per quanto riguarda i Cau. Il primo è l’ubicazione: quelli fatti all’interno degli ospedali sono inevitabilmente sganciati dalla medicina generale e dal territorio – sottolinea –. I colleghi che lavorano nei Cau non hanno con noi nessun tipo di collaborazione: non accedono ai dati dei pazienti, non ci possono contattare. Quindi si trovano a visitare un paziente che non conoscono, quindi o chiedono accertamenti in misura superiore alla nostra che conosciamo la persona oppure li inviano in Pronto soccorso. Poi c’è la dotazione strumentale che non è stata concordata con noi. Sarebbe importante fare un elettrocardiogramma e poterlo inviare per una telerefertazione a noi, ma prendono contatti con l’ospedale per il ricovero delle persone".
Dalla Fimmg non solo critiche, ma suggerimenti su come far funzionare meglio i Cau. "Nei prossimi mesi si dovranno realizzare le Aft, cioè le associazioni funzionali territoriali che saranno costituite da circa venti/trenta medici collegati a livello informatico e nell’organizzazione delle urgenze. Per funzionare al meglio, evitare gli invii in Pronto soccorso, i Cau vanno tolti dagli ospedali, essere strettamente collegati con i medici del territorio e inseriti nelle Aft, vicino ai pazienti collegati da una rete informatica che fornisce tutta la storia clinica del paziente che il giovane medico del Cau può valutare, quindi si ridurrà il rischio che lo mandi in Pronto soccorso o richieda accertamenti che ha fatto da poco. Poi bisognerebbe dire che in queste strutture si vada solo quando il medico di base non c’è: siamo in ambulatorio tutti i giorni e se c’è un’urgenza si presenta dal medico".
Bauleo spiega che il progetto delle Aft è in discussione con la Regione "e se c’è la volontà politica si mette in piedi in due settimane perché c’è già tutto. Facciamo l’esempio del Cau di Casalecchio: è già sul territorio, resta lì ma non deve avere contatti con gli ospedali bensì i medici di medicina generale che sono nei loro ambulatori, ma sono collegati attraverso le Aft, che altro non sono che gruppi di medici".
Secondo il sindacato in realtà "il disegno è erodere il rapporto fiduciario che c’è tra paziente e medico di famiglia per passare il tutto a dottori a quota oraria".