Comincia oggi il nuovo anno accademico del Conservatorio G. B. Martini e con esso il secondo mandato di direzione affidato al maestro Aurelio Zarrelli. Gli abbiamo chiesto l’attuale stato di salute dell’istituzione.
"Il Martini sta veramente bene. Ci siamo rafforzati sul territorio, come produzione di eventi musicali, ma anche sul lato didattico, allargando il bacino di raccolta degli allievi. Non c’è oggi istituzione musicale importante a Bologna con cui non intessiamo stretti rapporti operativi, e il mio intento è ora di far capire alla città che il Conservatorio è il luogo privilegiato per l’alta formazione musicale, a 360° gradi, su un territorio che pur contempla anche altre realtà importanti, specializzate in settori specifici. Ci siamo aperti alle musiche tradizionali, dando spazio a uno strumento popolare come l’ocarina, e abbiamo ora un corso di corno jazz, unico in Italia. Maggiore è l’offerta formativa, più il Conservatorio si radica nel territorio. Quest’anno abbiamo quasi raggiunto i 200 eventi (fra cui 65 masterclass che hanno coinvolto tutti i dipartimenti interni) portati avanti come un lavoro di squadra, perché un direttore da solo fa poco".
Avete problemi di organico? "L’ampliamento dell’organico è cosa che dipende dal Ministero. Nel primo anno del mio precedente mandato ci dette la possibilità di aprire 14 nuove cattedre e 5 posti di amministrativo: a noi resta la scelta sui contenuti con cui riempire tali nuove potenzialità. E ciò va fatto guardandosi attorno, per non duplicare inutilmente offerte formative magari di nicchia, già presenti sul territorio (in Emilia-Romagna sono attivi oggi oltre 10 conservatori). Per potenziare le iscrizioni a strumenti meno gettonati è poi indispensabile la divulgazione che facciamo con rassegne quali Harpissima, che la scorsa settimana ha portato molta attenzione su di noi. Il bacino d’utenza si amplia pure stringendo stretti rapporti col Liceo Musicale, deputato a coprire il livello medio degli studi".
Un obiettivo mancato, da recuperare nel secondo mandato? "È sul piano dell’edilizia. Abbiamo avuto due finanziamenti corposi: il ritardo sul primo intervento (l’installazione di un ascensore) ha impedito di avviare il secondo (un restyling generale). Si è poi rallentata l’acquisizione di 5 nuove aule nel palazzo del Museo della Musica, che ospiteranno il dipartimento di musica antica. Una convenzione con l’Istituto Cavazza ci metterà a disposizione altre 4 aule e un grande organo. Conto che l’anno prossimo si sblocchi il tutto. Sul piano artistico, invece, vorrei mettere in scena un’opera lirica, cosa che il Conservatorio non fa dal Re Enzo di Respighi rappesentato al Comunale nel 2004. Insomma, si apre oggi un triennio di grande lavoro, inaugurato come buon auspicio dalla visita che il ministro Anna Maria Bernini ci farà lunedì pomeriggio".