MARIATERESA MASTROMARINO
Cronaca

Confabitare e le case green Bologna città virtuosa

Il presidente Zanni: "Le classi energetiche meno inquinanti sono al 25%. Buon risultato a livello nazionale, ma il processo è ancora lungo".

Confabitare e le case green Bologna città virtuosa

di Mariateresa Mastromarino

Bologna è all’avanguardia in campo energetico. Con circa diecimila edifici, la città è una delle più virtuose nel Paese con le percentuali più basse delle classi energetiche F e G, registrando un 57%, e delle classi più alte A, al 25%. Nello specifico, la classe A1 raggiunge il 7,2% e la A2 il 6,5; sono buone anche le classi A3 (5,8%) e A4 (5,5%).

"È un ottimo risultato – osserva Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare –. Ma non è sufficiente, perché l’obiettivo è inquinamento zero e la riqualificazione energetica è un processo lungo". E il tema è centrale con la direttiva Ue ‘Case green’, provvedimento per migliorare le performance energetiche degli edifici, riducendo del 55% entro il 2030 le emissioni nocive, con l’obiettivo di raggiungere le emissioni zero entro il 2050.

Di questo si è parlato al convegno ‘Direttiva Ue sulle case green. Bonus o malus?’, organizzato da Confabitare in collaborazione con Azione, e moderato da Andrea Bonzi, giornalista de il Resto del Carlino. L’evento riflette sulle sfide e le opportunità della direttiva per il settore edilizio e per i cittadini. "Il disegno della direttiva è la sostenibilità e gli stati devono attrezzarsi per mettere a disposizione delle risorse, che possono essere anche europee. E questo ce lo auspichiamo – precisa Isabella De Monte, deputata di Azione –. C’è un’ampiezza di fonti di finanziamento e l’Ue ci insegna degli strumenti innovativi, come ‘InvestEu’ che contiene l’edilizia sostenibile. In merito al patrimonio esistente, serve un ragionamento più approfondito".

Il Paese, quindi, si deve preparare a una nuova applicazione, dopo il bonus 110%. "La politica europea non è politica estera, ma interna – aggiunge Marco Lombardo, senatore di Azione –. Dobbiamo ridurre l’emissione di CO2 delle nostre case, il problema è il ‘come’: abbiamo bisogno di stabilità, capendo come accompagnare il processo. Se consideriamo la casa un bene comune, dobbiamo chiedere aiuto all’Europa per accompagnarci nel processo di transizione ecologica e industriale". La direttiva crea preoccupazione sui lavori e sulle tempistiche: "Entro il 2030 dovremmo portare tutti gli edifici alla classe energetica E – conclude Zanni –. I rischi ci sono, ma Confabitare proporrà incontri sul tema, collaborando con tecnici e parlamentari, per proporre delle idee".