Bologna, 29 novembre 2023 - Già condannato per una violenza sessuale nel 2020 e con alle spalle numerosi precedenti per stalking, spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, ha provato ancora una volta a chiedere asilo politico all'Ufficio immigrazione.
Ma per l'uomo, un cittadino ventiseienne di origine maliana, gli operatori hanno accertato una pericolosità sociale e disposto il suo trasferimento al Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Gradisca d'Isonzo, a cui seguirà l’espulsione dal territorio nazionale. La vicenda si intreccia con un iter complesso di richieste di protezione internazionale che il giovane ha cominciato a presentare a partire dal 2015, sempre respinte con successivi ricorsi da parte del ventiseienne, che nel mentre ha collezionato una lunga serie di arresti e condanne.
Tra questi c’è quello per violenza sessuale: l’episodio risale al 4 gennaio di tre anni fa, quando il malvivente aveva avvicinato una ragazza di 24 anni in via Shakespeare, iniziando a palpeggiarla con l’obiettivo di abusare di lei. Bloccato dai carabinieri, è stato condannato in via definitiva a 2 anni e 10 mesi.
Una volta uscito, è stato nuovamente arrestato con l’accusa di stalking, stavolta a Torino. Dopo questi episodi, il magistrato di Sorveglianza di Modena aveva emesso nei suoi confronti una misura di espulsione. Tornato libero nell’agosto di quest’anno, era attualmente ospitato in una struttura di accoglienza della città.
Due giorni fa, accompagnato dagli assistenti sociali, si è presentato nuovamente all’Ufficio immigrazione per presentare richiesta di protezione internazionale. Ma per lui, una volta accertata la pericolosità sociale, è stato disposto il trasferimento al Cpr di Gradisca d’Isonzo in attesa dell’espulsione. Non solo, il giovane è stato anche denunciato per possesso di droga: prima di essere portato in camera di sicurezza, infatti, il ventiseienne maliano era stato perquisito e, nel suo zaino, sono stati trovati poco meno di dieci grammi di droga, tra cocaina e hashish.
"Questo caso – ha spiegato la dirigente dell’Ufficio immigrazione, Elena Jolanda Ceria – è un esempio di come lo strumento del trattenimento e della successiva espulsione sia rivolto a soggetti pericolosi per l'ordine e la sicurezza pubblica”.
La dirigente ha poi snocciolato qualche numero relativo alle pratiche gestite dall’Ufficio: siamo passati dalle 860 del 2022 alle 1.565 del 2023. Numeri che sono raddoppiati, considerando che manca ancora un mese alla fine dell’anno, questo grazie alla diminuzione dei tempi di attesa che sono passati da sei a tre mesi. Dall'inizio dell’anno, inoltre, l’Ufficio ha già eseguito 450 espulsioni, di cui 157 con accompagnamento ai Cpr e 39 con accompagnamento diretto alla frontiera.