Bologna, 22 luglio 2023 – L’accusa di estorsione aggravata pesava come un macigno: in tre, "dapprima con minacce e violenze", le intimavano a di rubare il bancomat di sua madre, poi, presentandosi direttamente sotto casa sua e inviandole messaggi del tenore di "domani vengo dai tuoi e quel che succede succede, affogherai anche tu nella m..." e "ti do l’ultima possibilità, oppure non vengo da solo e poi sono veramente c... tuoi", sarebbero riusciti a farsi consegnare dalla vittima, una donna all’epoca dei fatti trentenne, ben mille euro, a fronte di un presunto debito di droga (cocaina) di seimila.
Alla fine però solo uno degli imputati è stato condannato, un uomo di 49 anni di origini lombarde, ma residente in provincia: cinque anni, in primo grado. Gli altri due, un uomo di 30 anni e una donna di 62, sono stati assolti da questo reato e, per la sola donna, anche per una condotta di spaccio in concorso. Con loro erano imputate anche altre due persone, un 67enne di Trapani e un tunisino di 59 anni, cui venivano contestate rispettivamente una cessione di 10 grammi di cocaina (in concorso appunto con la sessantaduenne) e la ricettazione di una tessera sanitaria. Assolti anche loro.
I fatti risalgono agli anni 2014-2015. Allora, la vittima denunciò l’estorsione da parte di persone con cui aveva debiti di droga. Queste l’avrebbero costretta a cedere loro il bancomat della madre con cui eseguivano prelievi e fecero acquisti per un totale di circa mille euro. La Procura (pm Francesco Caleca) aveva chiesto una condanna di sei anni e mezzo per la sessantaduenne, sostenendo nel corso della requisitoria che la donna desse ordini al quarantanovenne, che agiva secondo le sue direttive.
Diversa invece l’ipotesi sostenuta dall’avvocato dei tre accusati d’estorsione, Donata Malmusi, la quale ha ritenuto come i due avessero rapporti differenti e autonomi con la parte offesa, con il quarantanovenne che agiva da solo e senza nulla condividere con l’altra imputata, mentre lei addirittura regalava la cocaina alla trentenne, con cui aveva un rapporto d’amicizia. Una versione evidentemente accolta dal giudice, che ha assolto sia lei sia il terzo accusato, il trentenne. Motivazioni attese a giorni.
All’unico condannato erano inoltre contestate una cessione di una quantità imprecisata di sostanza stupefacente – "Due ghiande", secondo un sms scambiato col presunto acquirente, forse per intendere dosi di cocaina – e una condotta di violenza privata ai danni dello stesso cliente, che avrebbe costretto a cedergli il bancomat "a garanzia del debito" di droga. Tutto questo però è caduto in prescrizione.
f. o.