di Andrea Zanchi
Sarà pure una ‘renzata’ di inizio primavera o, come dicono in molti, rigorosamente a taccuini chiusi, solo un modo per alzare la voce al tavolo della trattativa nazionale con il Pd, ma la proposta lanciata ieri dal segretario di Italia Viva dagli schermi de L’aria che tira di La7 è destinata a tenere banco per un po’ sotto le Due Torri. "C’è, a San Lazzaro di Savena – ha detto Renzi in tv – una sindaca bravissima, competente. Vogliamo fare una cosa seria? Si chieda all’avvocato Conti di fare il sindaco a Bologna. L’ho detto a Letta oggi, bussiamo insieme alla porta della Conti e chiediamoglielo".
E chiedendolo alla diretta interessata – che fino a ieri si era sempre tenuta lontana dal toto-nomi, per quanto il suo, puntualmente, fosse sempre spuntato fuori – per la prima volta arriva la risposta che non ti aspetti, quella che non chiude del tutto la porta. La Conti ci sta pensando per davvero.
"Il segretario di Italia Viva è l’ultimo, in ordine di tempo, ad auspicare il mio impegno per Bologna – dice la sindaca di San Lazzaro –. Da settimane me lo stanno chiedendo in molti e a tutti ho sempre risposto che non ero della partita. In questi ultimi giorni, con crescente insistenza, sono stata contattata da pezzi della società civile, volontariato, associazionismo e da esponenti politici di centrosinistra preoccupati che lo schema messo in campo fino ad ora possa consegnare Bologna alla destra. Alcuni esponenti del Partito Democratico, con cui, per quanto mi riguarda, permane un legame culturale e affettivo autentico, mi rammentano le parole del Segretario Letta, che stimo sinceramente, sull’impegno delle donne. In nessuna città capoluogo il centrosinistra sostiene una candidatura femminile, questo mi dispiace e mi impone una riflessione vera".
Dove la porterà questa riflessione? Presto per dirlo, ma la Conti per il momento si sente della partita. "Non sono scelte che si possono prendere con leggerezza – ha proseguito –, soprattutto per l’amore e la devozione che provo per San Lazzaro. Per queste ragioni, per rispetto a tutti coloro che mi chiedono di impegnarmi e di mettere la mia esperienza e le mie idee a servizio della nostra Bologna, ho promesso che ci avrei pensato. Sono in questa fase: mi serve un po’ di tempo per capire come posso essere davvero utile a Bologna".
Con un percorso così avviato come quello del Pd locale – in cui le primarie tra Lepore e Aitini paiono lo sbocco più probabile ogni giorno che passa – è più che legittimo chiedersi se quella di Renzi è solo una provocazione per tenere Letta e i dem sul filo (più tra le stanze del potere romano che in quelle di casa nostra) oppure un disegno ben preciso. Il leader di Italia Viva è in ogni caso convinto che con un candidato troppo spostato a sinistra Bologna sia contendibile per davvero e ritiene, come parte dello stesso Pd, che la vera trattativa sulle alleanze dovrebbe essere portata avanti con il centro e non con i partiti di sinistra.
Chi meglio della Conti allora, per ‘cambiare verso’? I punti di forza di una proposta del genere sono evidenti: la prima cittadina di San Lazzaro ha una solida esperienza amministrativa, riempirebbe un vuoto di candidature al femminile del centrosinistra nelle grandi città che è oggettivo (e rimediabile solo a Bologna, per il momento) ed è forse l’unica tra i renziani che ha ancora un legame forte e vero con il Pd e la sua comunità, anche grazie al ruolo da sindaca.
Ci sono però alcuni ostacoli sulla strada che sembrano chiudere ogni prospettiva. Perché il Pd dovrebbe cedere la sua città simbolo, dove veleggia sul 40% dei consensi, a un alleato che a livello nazionale fa fatica a raggiungere il 3%? E poi, ci sarebbero i tempi – e i modi – per fermare la corsa di due candidati come Lepore e Aitini che sono comunque in ballo da un anno? Infine, se davvero Renzi ritiene la Conti il migliore nome possibile per la città, perché non dà il via libera a una sua candidatura alle primarie di coalizione? E chissà, magari saranno proprio i gazebo a dirci quanto sia concreta la voglia di Renzi e della Conti di ribaltare il tavolo del centrosinistra anche sotto le Due Torri.