FRANCESCO MORONI
Cronaca

Città 30, la rivoluzione mancata: limite ignorato, pochi dati. Un anno passato invano

Sanzioni e schianti, report vecchi di sei mesi e aggiornamenti al ralenti. Il Comune: meno traffico e inquinamento. Ma ora preoccupano i cantieri. Da gennaio a giugno vittime di incidenti dimezzate sul 2023. Boom di bike sharing e spostamenti in bici

Bologna, 14 gennaio 2025 – Più che ‘Città 30, c’è chi l’ha già ribattezzata ‘Città fantasma’. A Bologna i controlli si vedono raramente (quasi mai) e i cantieri per le strade hanno imposto un Andamento lento alla Tullio De Piscopo che ha raddoppiato i tempi di percorrenza e dimezzato i chilometri sul tachimetro. Ma qual è il bilancio del provvedimento comunale più discusso del 2024, che ha esteso il limite dei 30 orari all’80% delle strade, a distanza di un anno dall’entrata in vigore? Un bilancio fantasma perché i dati, in realtà, sono rimasti indietro e un aggiornamento puntuale ancora non c’è stato.

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PUNTO STAMPA SULLA CITTA 30 CON LEPORE E LA ORIOLI

Le multe, innanzitutto: ad oggi il Comune non ha ancora diffuso un rendiconto al riguardo. Gli ultimi numeri risalgono al (lontano) 18 luglio del 2024, cioè sei mesi dopo l’inizio delle sanzioni: 122 giornate di controlli con pattuglie sulle strade, 11.305 veicoli fermati, 1.603 multe. Soltanto 87, però, hanno riguardato il superamento dei 30 chilometri orari (169 quelle per i 50 all’ora): poco più di una multa ogni due giorni. I cantieri veri e propri, inoltre, sono scattati dopo l’inizio della Città 30 e qualche altro malizioso è pronto a scommettere che i prossimi dati rilasciati dall’amministrazione comunale saranno al ribasso.

Incidenti e morti, soprattutto: è su questo che l’opinione pubblica si spacca, tra chi tira i numeri per il colletto della giacca sostenendo come siano calati grazie alla Città 30, e chi dice che il provvedimento c’entra poco e niente. Anche in questo caso, i dati andranno aggiornati perché sono fermi a sei mesi fa. Quelli di Comune e Città metropolitana, se non altro, perché pure su questo capitolo le correnti di pensiero sono diverse nonostante – si dica – la matematica non sia un opinione. A Bologna da gennaio a giugno 2024 i morti sulle strade sono stati 4 contro gli 8 del 2023. Nel 2022 erano stati 11 nello stesso periodo e, se giustamente bisogna togliere dal conteggio gli anni pandemici ‘20 e ‘21, si arriva agli 8 del 2019 e ai 12 del 2018. Gli incidenti mortali, questo è evidente, sono in calo. Ciò che non può essere evidente, invece, è quanto questo calo sia attribuibile ai 30 chilometri orari e al provvedimento. Per quanto riguarda il mero numero dei sinistri stradali: 949 nei primi sei mesi del 2024 (1.177 feriti), 1.055 nel 2023 (1.348 infortunati), 1.050 nel ‘22 (1.327), 968 nel ‘19 (1.260), 970 nel ‘18 (1.274). Spulciando le statistiche, in sostanza, non emerge una differenza così netta.

L’inquinamento, infine, tra chi è convinto che procedendo a marce più basse si inquini di più (allungando anche i tempi di percorrenza e quindi le emissioni) e chi sostiene che sia tutto il contrario. Sempre con i numeri del Comune alla mano, si parla di un calo del traffico veicolare del -3% (oltre 6.300 veicoli in strada in meno nel giorno feriale medio) e di un inquinamento legato al traffico urbano al -23% (ma per la sola centralina Arpae di Porta San Felice). Non solo: boom del bike-sharing (+92%) e degli spostamenti in bicicletta (+12%). Insomma, dodici mesi dopo i numeri vanno aggiornati, in attesa che l’amministrazione rilasci nuovi report. Quello che è certo, però, è che la percezione della misura si è attenuata in proporzione a quanto sia cresciuta quella per i cantieri.