La Città 30 procede senza code. E senza traumi. Del resto, le multe sono rimandate all’anno prossimo (gennaio 2024) per permettere ai cittadini di ’metabolizzare’ la rivoluzione. E dar modo al Comune di completare la cartellonistica con i nuovi limiti. Di certo, che la Città 30 stia partendo, si vede a occhio nudo. Qualche cartello è già spuntato, come anche le rotonde propedeutiche a rallentare, come quella tra viale Felsina e via Populonia, di fatto inaugurata da Matteo Lepore e l’assessora Valentina Orioli nel giorno del debutto a 30 all’ora, iniziano a comparire. Per ora non ci sono stati controlli da parte dei vigili, ma negli ordinari servizi della polizia locale verranno comunque date indicazioni sulle nuove regole della Città 30, fa sapere Palazzo d’Accursio. Al netto delle polemiche delle opposizioni, c’è anche chi festeggia il nuovo corso di guida con lentezza. È il caso del comitato ‘Bologna30’: "Siamo stati i primi due anni fa a proporre l’idea all’amministrazione. Siamo davvero felici che ora parta davvero". Da qui, dicono in una nota, "sosteniamo il progetto e sproniamo il sindaco a realizzarlo al meglio, senza passi indietro. Oggi è solo l’inizio di una trasformazione epocale della città. Pensare di giudicarla dai primi mesi (di transizione) e addirittura giorni, non ha alcun senso".
Il comitato, poi, critica chi, invece di accogliere la svolta, ha preferito "farsi trascinare nel gorgo delle polemiche di coloro che non vogliono cambiare nulla e non fanno niente per informarsi". Per questo motivo, insistono i pro ’Città 30’, "va spiegato bene il cambiamento ai cittadini e vanno ridisegnate le strade. A quel punto, come è successo con i T-days, la tangenziale delle bici, via D’Azeglio pedonale e Sirio, dopo le polemiche iniziali anche i bolognesi non vorranno più tornare indietro".
Per questo, il messaggio del comitato ‘Bologna30’ è indirizzato anche a Lepore e soci: "È necessario realizzare subito una serie di interventi piccoli e diffusi, come dossi rallentatori e marciapiedi più larghi, che facciano toccare con mano ai cittadini, nella strada sotto casa, che cosa significhi davvero ’Città 30’". Un progetto, insomma, che non è solo un limite di velocità. Per questo i sostenitori danno ragione al sindaco: "Entro due anni anche i bolognesi s’innamoreranno della Città 30".
ros. carb.