ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Bologna 30, Lepore gela le categorie: "Vie pericolose, il limite resta". E poi invita Salvini

Il sindaco lancia il convegno del 28 febbraio sui 30 all’ora e chiama il ministro dei Trasporti. "In settimana il summit tra Anci e Mit. In un mese 46 multe per aver superato i nuovi ‘paletti’"

Bologna, 18 febbraio 2024 – “Sulla Città 30 faremo un passo avanti e nessun passo indietro". Il sindaco Matteo Lepore, di fronte al calo di quasi il 16% degli incidenti e la diminuzione del 25% dei pedoni coinvolti in sinistri, dopo il primo mese con i nuovi limiti di velocità, non tira dritto, ma drittissimo. E alle associazioni di categoria di commercianti e artigiani che hanno stilato una lista di 76 strade sulle quali chiedono un ritorno ai 50 risponde con chiarezza: "È un elenco totalmente destituito di fondamento. Chi critica deve accompagnare le osservazioni con dati scientifici, non solo enunciare le strade più trafficate della città. Manteniamo alta la guardia. I controlli? Nel primo mese sono stati controllati 2.619 veicoli. Le multe per aver superato i 30 all’ora sono state 46. I verbali per chi è andato oltre ai 50, invece, 93".

Bologna 30, il sindaco Lepore a commercianti e artigiani: "Strade pericolose, il limite resta"
Bologna 30, il sindaco Lepore a commercianti e artigiani: "Strade pericolose, il limite resta"

Sindaco, a commercianti e artigiani risponde picche?

"Noi abbiamo scelto le strade a 30 all’ora dopo un’istruttoria approfondita. Abbiamo dati che possiamo dimostrare. Di certo non facciamo tornare ai 50 o mettiamo ai 70 le strade più pericolose della città. La stessa direttiva sui 30 del ministro dei Trasporti Matteo Salvini indica diversi criteri relativi all’abbassamento della velocità, dai molti passaggi pedonali all’incidentalità; dalla presenza di scuole a quella di case di riposo. Noi nella Città 30 crediamo, il trend è positivo, e i cittadini ci scrivono per dirci che hanno paura ad attraversare le vie Murri, Mazzini, Massarenti, Saragozza...".

Nessuna trattativa con Cna, Ascom, Confesercenti e Confartigianato?

"Chiuderei un dibattito privo di dati scientifici. Ai tassisti e agli autisti Ncc che hanno redatto l’elenco dico che, piuttosto di fare liste sproporzionate di strade, sarebbe meglio costruire assieme una misurazione ad hoc su alcune strade campione, così da valutare disagi e rallentamenti. Un conto è parlare di ritardi di 3 minuti, un altro di 40 minuti... La disponibilità a confrontarsi c’è, a patto che siano chiari due concetti: non faremo passi indietro sulla sicurezza stradale e la tutela della vita umana e vogliamo uscire dalla contrapposizione ideologica".

Il ministro Salvini, però, è stato chiaro: “Una direttiva deve essere applicata perché altrimenti il Codice della strada interverrà laddove non interverrà il sindaco". Bologna si adeguerà?

"Il Codice della strada è vigente. Abbiamo inviato una lettera al ministro, Salvini in Senato ha detto che è pronto a collaborare. C’è un confronto e la prossima settimana ci sarà l’incontro tra il ministero e l’Anci (l’Associazione dei Comuni). Non vogliamo polemizzare con Salvini, né fare campagna elettorale come fanno Fratelli d’Italia e il centrodestra con la raccolta firme contro i 30 a Grizzana Morandi, Castiglione dei Pepoli, Loiano".

Non teme che il Mit disapplicherà le vostre 15 ordinanze sulla Città 30?

"Le amministrazioni parlano per atti. Ci si confronta con il ministero. Io ascolto ciò che dice e dichiara Salvini, non le parole dei suoi esegeti. Per questo il 28, al convegno sulla Città 30 dove riuniremo città, sindaci di centrodestra e centrosinistra, associazioni delle vittime della strada, mi farebbe piacere venisse anche Salvini".

Inviterà anche il viceministro Galeazzo Bignami?

"L’incontro è aperto a tutti. Il 28 non sarà un momento in cui faremo campagna elettorale, ma porteremo dati, numeri, buone pratiche. Vorremmo che la nostra esperienza diventasse per il ministero un patrimonio comune, oltre le bandiere politiche".

Se dopo l’incontro Mit-Anci emergerà le necessità di correggere la misura lo farete?

"Siamo disponibili a migliorare il provvedimento, ma vorrei che ci si basasse su dati e riscontri puntuali, non sull’ideologia".

Il bilancio del primo mese di Città 30, quindi, è positivo?

"Sono soddisfatto che il dibattito sulla sicurezza stradale sia diventato d’interesse nazionale. Siamo tutti sconcertati dall’incidente di Firenze: tutti dicono che si deve fare di più. Ma non dimentichiamo che ogni anno sui luoghi di lavoro perdono la vita 1.400 persone, nelle strade più di 3mila".

Che cosa può fare la politica?

"Deve scuotersi, anche perché molti di coloro che muoiono in strada stanno andando a lavorare. Bologna sta portando avanti una scelta coraggiosa. I dati del primo mese di Città 30 non hanno una rilevanza statistica, ma danno un trend positivo con un calo del 16% degli incidenti e una diminuzione del 25% dei pedoni investiti. La nostra idea è una città che tutela le fasce più deboli e abbiamo in programma un grande piano di manutenzione e restyling di strade e marciapiedi anche dove non passerà il tram. Dopo l’alluvione sono andati in fumo 9 milioni di euro a causa dei danni ai manti stradali. Faremo un’iniezione straordinaria di risorse fino al 2027".