REDAZIONE BOLOGNA

Città 30 fa discutere. FdI raccoglie le firme: "Più di mille contrari in pochissime ore"

Code in piazza Galvani ai banchetti organizzati dai meloniani per chiedere la revoca delle ordinanze sui nuovi limiti di velocità. Cavedagna e Lisei: "Misura ideologica, Lepore torni indietro".

Città 30 fa discutere. FdI raccoglie le firme: "Più di mille contrari in pochissime ore"

La mattinata è di quelle gelide. Ma ai banchetti di Fratelli d’Italia per raccogliere le firme contro la Città 30 e chiedere la revoca delle ordinanze comunali, già poco dopo le nove c’è gente in fila. In piazza Galvani, tra le bandiere di Fratelli d’Italia e la gigantografia della premier Giorgia Meloni, sono parecchi i bolognesi che hanno abbandonato la visione della finale tra Jannik Sinner e Daniil Medvedev agli Australian Open di tennis per dire ’no’ ai nuovi limiti di velocità: "Con i 30 all’ora si triplicano i tempi per andare al lavoro. E aumenta anche l’inquinamento. Questa misura va cancellata, non possiamo continuare a viaggiare in seconda", dice Micaela. "Così si va a rotoli", sintizza Yves. "In auto stiamo impazzendo, anche i cartelli non sono chiari", le parole di Giuliano prima di firmare.

Ai banchetti c’è anche il viceministro dei Trasporti, Galeazzo Bignami, che uscita la direttiva del ministero, aveva lanciato un aut aut al Comune ("si adegui, altrimenti interverremo"). Il rappresentante del governo stringe mani e saluta con una battuta alcuni militanti appena arrivati: "Sono le 9.30, significa che siete partiti alle 5 vista la Città 30...". Per il resto, preferisce non tornare sulla polemica: "Oggi sono qui da bolognese...".

Poco più in là c’è Stefano Cavedagna, capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune, presente anche sui volantini che vengono distribuiti al banchetto per lanciare la sua candidatura alle Europee. Sorride, guardando le persone in fila: "Più di mille persone in pochissime ore hanno firmato contro un provvedimento assurdo che confligge con la normativa del Codice della strada, come peraltro ha già indicato il ministero con la recente direttiva. A nostro avviso le multe sono impugnabili, quindi chiediamo al sindaco Lepore di revocare immediatamente le ordinanze sulla Città 30".

Ai banchetti molti simpatizzanti, elettori e iscritti di Fratelli d’Italia, ma ci sono anche diversi bolognesi decisi a dire no ai nuovi limiti di velocità, indipendentemente dallo scontro politico in corso: "Non ci interessa di chi è la misura. O chi raccoglie le firme. La Città 30 va cancellata anche perché sembra più che altro una misura di propaganda".

In Piazza Galvani oltre al consigliere meloniano Francesco Sassone, anche il senatore di FdI Marco Lisei: "Lepore revochi le ordinanze. È una misura stupida e ideologica che porta tantissimi disagi. Il referendum? Se il sindaco non farà marcia indietro e tirerà dritto sulla Città 30, proseguiremo".

Intanto oggi, al ministero dei Trasporti, è atteso il documento dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, che punta ad aggiornare la direttiva del Mit che regola le Zone 30.

L’assessora alla Nuova Mobilità, Valentina Orioli, intervistata dal Carlino, ha detto di essere fiduciosa: "La Città 30 è sostanzialmente in linea con le regole del ministero. Una volta che la direttiva sarà ufficiale, valuteremo il da farsi. Siamo comunque pronti a correttivi".

Rosalba Carbutti