La ’Bologna Città 30‘ fa discutere tutti, soprattutto i cittadini. Ma anche una parte delle imprese è contraria, come emerge da un questionario proposto da Cna che raccoglie le opinioni delle sue realtà associate, che si esprimono negativamente sulla scelta. Partecipano all’indagine sia imprese collocate all’interno del Comune, sia aziende con sede esterna alla città. Su un campione di un migliaio di aziende, il 76% di quelle cittadine ha un’opinione negativa sul piano; delle imprese con sede provinciale, invece, è contrario il 74%. Sono favorevoli alla decisione approvata dalla giunta solo il 21% delle imprese bolognesi e il 17% di quelle fuori Comune.
In cima alla lista degli ‘effetti collaterali’ del piano, c’è l’allungamento dei tempi di spostamento, con la conseguente creazione di code di traffico, che registra il 72% nelle imprese della città. Per il 62%, inoltre, ‘Città 30’ penalizzerà chi usa moto, auto e veicoli a motore, pensiero legato all’aumento di inquinamento e di consumo di carburante (53%). A queste motivazioni, si aggiunge il fattore multe: secondo il 56%, il piano comporterà una maggiore quantità di multe. Alcuni ritengono perfino che il piano sarà inefficace, perché non ci saranno abbastanza controlli, come ritiene il 30% degli associati coinvolti nell’indagine. Il 75% delle imprese bolognesi gira invece con i propri mezzi sulle strade della città ogni giorno e lo fa anche il 46% delle aziende fuori dal Comune. Per garantire maggiore sicurezza sulla strada, secondo i dati del questionario, servirebbero più piste ciclabili (40%) o maggiori dossi e attraversamenti rialzati (33%).
Per il 67% delle imprese, invece, non ci sarà nessuna conseguenza positiva. Ma una minima parte delle aziende intervistate vede il bicchiere mezzo pieno. Il 26%, per esempio, pensa che il piano porterà a una riduzione di morti e di feriti sulle strade. In più, secondo il 15%, aumenterà la possibilità di spostarsi a piedi e in bici. Per un 13%, infine, calerà il rumore dovuto al traffico. "L’opinione negativa delle imprese è chiara e inequivocabile – commenta Antonio Gramuglia, presidente Cna Bologna –. Servono confronti tra Comune e associazioni di categoria per ragionare in modo più approfondito. La sicurezza stradale sta sicuramente a cuore a Cna e alle sue imprese, ma se le misure sono troppo drastiche e con un impatto negativo per chi deve muoversi in città per lavoro con auto, furgoni e camion, le buone intenzioni rischiano di essere sommerse dalle criticità".
Ieri la ‘Città 30’ ha ri-animato lo scontro in Comune, in commissione ‘mobilità’. "Oltre a essere una scelta ideologica, ancor più grave è che non è stata condivisa né con i cittadini, né con le associazioni di categoria, nemmeno in consiglio comunale. Un’imposizione a tutti gli effetti", ha detto Stefano Cavedagna (Fd’I), che ha ricordato come cominceranno oggi i loro banchetti anti-svolta in centro. Anche la Lega è contraria. "Il Comune si pentirà, affida le scelte ai talebani della bici", ha detto Giulio Venturi. Per Matteo Di Benedetto il progetto va "sospeso, è una decisione che rischia anche di essere contro la legge". La risposta a Detjon Begaj (Coalizione civica): "Ci sono dati positivi e chi insiste a contestare dicendo bugie". Infine Massimiliano Murgia (Ugl): "Siamo d’accordo sulla riduzione degli incidenti – spiega l’autista Tper –, ma non ci è stata data la possibilità di ridurre la velocità commerciale, che invece andrebbe ridotta. Le due cose sono incompatibili, gli è stato detto, ma il Comune non ascolta".
Mariateresa Mastromarino