ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Bologna Città 30, solo 31 multe fino al 1° febbraio

La media è di poco superiore a una sanzione e mezzo al giorno. FdI incalza: "Sono illegittime, va ritirato tutto il provvedimento". Ma l’assessora Orioli tira dritto: "Per ora, non faremo alcuna modifica"

Bologna, 10 febbraio 2024 - Il Comune non molla. E tiene il punto sulla Città 30. "Non riteniamo di dover apportare modifiche repentine al progetto, controlli compresi", tira dritto l’assessora alla Nuova Mobilità Valentina Orioli. Tradotto: nonostante il rischio paventato di ricorsi di fronte a multe dovute al superamento dei nuovi limiti, in seguito dell’emanazione della direttiva ministeriale del primo febbraio, l’occhio dei vigili resta fisso sul telelaser. I numeri delle multe, però, come risulta da un accesso agli atti di Fratelli d’Italia, restano bassi.

Agenti della Polizia Municipale alle prese con il telelaser per multare gli indisciplinati
Agenti della Polizia Municipale alle prese con il telelaser per multare gli indisciplinati

Sono, infatti, appena 31 le contravvenzioni dal 16 gennaio al primo febbraio (data della firma di Matteo Salvini alla direttiva del ministero dei Trasporti). La media, insomma, è di poco meno di due sanzioni al giorno. Ma considerando che il 16 gennaio, avvio ufficiale dei 30 all’ora, le multe furono 7, la media cala a 1,5 multe.

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Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Stefano Cavedagna, non lesina critiche: "Il Comune ritiri le ordinanze sulla Città 30. Questa scelta sta portando solo danni alla viabilità, disagi a chi guida e un evidente aumento dell’inquinamento. Le multe sono a nostro avviso illegittime e quindi impugnabili, come hanno detto più voci autorevoli. A fronte delle multe annullate, si potrebbe prefigurare persino un danno erariale per l’ente. Forse proprio per questo stanno evitando di farne troppe. Si revochino le ordinanze e Lepore smetta di farci fare una figuraccia internazionale, uscita persino sul New York Times".

L’assessora Orioli, rispondendo alle domande in question time, ammette che la misura "richiede tempo", sia "perché le nuove regole diventino patrimonio comune", sia per valutarne "l’efficacia" attraverso dati oggettivi. Ciò premesso tira dritto, anche in virtù della risposta in commissione da parte del sottosegretario Tullio Ferrante sulle sperimentazioni del limite a 30 all’ora da parte dei Comuni. L’intenzione della giunta, quindi, è di "attuare e monitorare" la misura così com’è.

Nel frattempo sul fronte romano non ci sono novità. L’incontro tra ministero-Anci-Comune non è ancora stato fissato, ma fonti del Mit confermano che è in atto un ragionamento per dare un termine tecnico a Palazzo d’Accursio per adeguarsi alla direttiva. In caso contrario, il rischio è la disapplicazione delle ordinanze da parte del ministero. Il Comune, dalla sua, non risparmia critiche al referendum delle opposizioni. "L’impressione – le parole di Orioli – è che la raccolta firme si stia saldando con l’appuntamento elettorale di giugno".

Il centrodestra, però, non arretra. "La campagna elettorale, sulla pelle dei bolognesi, la sta facendo il sindaco Lepore", dice il meloniano Cavedagna. Per il capogruppo leghista Matteo Di Benedetto il Comune "vuole andare avanti con una sperimentazione che è fuori dal quadro normativo", sottolinea, mentre per la civica Samuela Quercioli "è chiaro che l’amministrazione è in affanno". "Questo accanimento non porterà cose buone", è la replica di Francesca Scarano (Misto).

Il centrosinistra, invece, fa quadrato, mentre il Comune sta raccogliendo le iscrizioni per l’evento del 28 febbraio sulle Zone 30 con sindaci, cittadini e amministratori. Per il dem Claudio Mazzanti il percorso "è positivo", mentre Simona Larghetti di Coalizione civica ribadisce le parole di Ferrante, sottosegretario azzurro ai Trasporti: "È coerente con ciò che dice il sindaco di Olbia, anche lui di Forza Italia".