Bologna, 25 febbraio 2024 – Meno nove. È passato un altro giorno e non si è sciolta l’impasse tra Comune e ministero dei Trasporti sul nodo scorsoio della Città 30. La volontà governativa è chiara: Bologna deve uniformarsi. E se entro questo mese non lo farà, il dicastero di Porta Pia disapplicherà le quindici ordinanze che oggi disciplinano la maxi misura. Dal canto suo, il Comune ieri in una nota ha annunciato che è partita, ufficialmente, l’analisi della Direttiva ministeriale uscita ormai dieci giorni fa, che di fatto obbligherebbe tutti i Comuni d’Italia a motivare strada per strada l’applicazione dei 30 all’ora. Un’analisi che pone un punto interlocutorio. La nota cita il testo della lettera di risposta del sindaco Matteo Lepore al ministro Matteo Salvini, che due giorni fa aveva incalzato Palazzo d’Accursio sul rispetto delle norme nazionali: "Bisogna passare da un confronto con Anci". Ma una data per quel confronto non ancora esiste.
Dal ministero
"Abbiamo scelto la linea del dialogo. Si sarebbe potuto procedere immediatamente alla disapplicazione delle delibere del Comune di Bologna". Galeazzo Bignami, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, torna sul tema della Città 30 chiarendo un paio di passaggi importanti. "La Direttiva è chiara. Dal Mit è stato semplicemente chiesto cosa è stato fatto finora – argomenta Bignami –, ci aspettavamo che il Comune rispettasse la legge. Palazzo d’Accursio deve uniformare le sue ordinanze. Ma, attenzione, quell’adeguamento non si traduca in una manovra elusiva: il campo di applicazione deve restringersi. Alcune strade non possono essere messe ai 30 indiscriminatamente. In via Massarenti, per esempio, non pare credibile che tutta l’arteria possa rimanere ai 30. Davanti al Sant’Orsola ok, ma altrove? Oppure via Murri, sono due esempi". Il ministero attenderà quindi "un tempo ragionevole" per vedere se il Comune si allineerà. "Ma se Lepore penserà di far trascorrere del tempo a suo favore, sappia che noi non ragioniamo così, non è che ‘Chi la slunga, la scampa’, come si dice a Bologna. Ci ha già sorpreso il fatto di dover sollecitare un Comune. Serve un rispetto istituzionale, bisogna rispettare la legge. Che piaccia o no a Palazzo d’Accursio, esiste un quadro normativo nazionale e a quello tutti i Comuni devono uniformarsi. Bologna crede di avere un potere che non ha – continua Bignami –. Diversamente, Anci non avrebbe chiesto, di fatto, di estendere i poteri dei sindaci se fosse già nei loro poteri". Infine le multe. "Per noi sono tutte illegittime, un palese manifesto di un corto circuito che si è realizzato grazie alla confusione generata dal Comune".
Dal Comune
"Caro ministro – così inizia la missiva di Lepore per Salvini –, ho ricevuto con piacere la sua lettera e al riguardo la informo che abbiamo avviato un’analisi della direttiva in oggetto, per verificarne al meglio le correlazioni con i provvedimenti da noi attuati". Inoltre, "restiamo in attesa di una comunicazione da parte di Anci, che consenta un confronto anche con le altre città che hanno in questi anni attuato le Zone 30". A oggi, il Comune non sembra intenzionato a ricorrere al Tar. Si tenterà una mediazione, gli uffici hanno già raccolto una notevole mole di dati (anche sugli incidenti) e si attende di capire se ci sarà un faccia a faccia a Roma o a Bologna.