REDAZIONE BOLOGNA

Città 30 all’ora: molti dubbi, poche certezze

Il traffico al rallentatore con l’imposizione dei 30 chilometri orari, il tram, il Passante a ridosso del centro urbano: ecco qua tre temi di largo respiro destinati a cambiare la mobilità di Bologna. Diciamo che difficilmente la formula integrata dei tre progetti risolverà del tutto i problemi per i quali sono stati pensati. Si tratta di tre scelte che rischiano di costare cari all’amministrazione di palazzo d’Accursio in termini di reputazione. Soprattutto il progetto di Bologna al rallentatore rischia di rimanere sulla carta a meno che non si mobiliti un esercito di vigili urbani pronti a sparare multe a raffica (dal 2024 secondo i piani). I dubbi che il Comune fa finta di non vedere e sentire sono tanti. Li ha ricordati su queste pagine domenica anche Andrea Zanchi, capo della cronaca del Carlino. L’impostazione sembra più ideologica che realistica, più alla ricerca del riconoscimento di ’Bologna città progressista’, più che trovare la via maestra che possa conciliare sicurezza e mobilità accessibile. I 30 chilometri sono già imposti in alcune strade . Allargare lo scenario in modo esagerato non farà altro che rendere ancora più difficile la circolazione nelle ore di punta e far perdere la pazienza a chi sta al volante. Se da una parte si sceglie di mettere il traffico a passo d’uomo con i divieti bisogna contestualmente adottare altre formule per facilitare la mobilità. Ma di ciò, per ora, non c’è traccia.

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