di Benedetta Cucci
Oltre 200mila spettatori per 53 serate, alcune delle quali hanno raggiunto le 7000 presenze, come Persepolis e Casinò. E questa sera l’ultima proiezione per il grande schermo estivo, con il capolavoro di Luchino Visconti, Il Gattopardo.
È andato molto bene il cinema in piazza Maggiore, secondo copione si potrebbe dire. Se non fosse per alcuni grandi colpi di scena, che però alle trame dei film fanno solitamente molto bene, regalando un coinvolgimento extrta. Lo racconta il direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli che sul palco di ’Sotto le stelle del cinema’ è salito circa 20 volte e che si è goduto l’inaspettato.
Farinelli, quali momenti le sono rimasti nel cuore quest’anno?
"Non dimenticherò mai la sera in cui è arrivato Pino Donaggio a introdurre ’Blow Out’ di Brian De Palma, di cui ha scritto la colonna sonora. Ha fatto cantare la piazza".
Come è successo?
"Stavamo parlando di Blow Out, di come avesse avuto l’idea della colonna sonora e poi ad un certo punto gli ho ricordato di come prima di essere un compositore fosse stato un cantante. Lui ha iniziato a canticchiare e poi ha chiesto alla piazza di unirsi a lui: tutti a cantare ’Io che non vivo’, è stato incredibile. Perché in piazza ci sono giovani e meno giovani e alla fine, scesi dal palco, c’erano i suoi fan ottantenni che sono venuti a chiedere gli autografi".
Questi momenti sono il valore aggiunto...
"Sì, come anche l’arrivo di Marisa Paredes la sera del primo luglio per The Dreamers di Bertolucci. Quando ha iniziato a declamare, senza avvertirci, Garcia Lorca in spagnolo per la piazza… non c’era nessuno tra di noi che fosse in grado di tradurre all’impronta. Saremmo voluti sparire! È sempre imprevedibile l’emozione dell’ospite quando sale sul palco sotto allo schermo".
Chi altri ha avuto una reazione appassionata?
"Martone mi ha detto di non poter resistere al richiamo della piazza, perché non c’è un posto al mondo che sia così. Östlund ci ha detto: ’Questa è l’agorà, noi facciamo il cinema anche per occasioni come queste, per stare assieme’. Anche la sera che abbiamo proiettato il Nome della Rosa, che non si vedeva su uno schermo da vent’anni almeno, ha portato Annaud, la moglie di Eco, il figlio, l’editore di Eco".
Alla piazza non si resiste...
"Questo è vero ma è una bella sorpresa il fatto che molti degli ospiti saliti sul palco, poi sono rimasti per assistere alla proiezione, prima della pandemia era impossibile che succedesse. Occasioni così sono diventate preziose ed è anche la ragione per cui gli spettatori sono sempre più numerosi. Non solo: guardando in giro ci si rende conto che adesso sono sempre di più i ‘cinema in piazza’.La strada che abbiamo aperto quasi 23 anni fa, quando manifestazioni così non ce n’erano, ora è ben visibile".
Il cinema Lumière riparte con ’Oppenheimer’ già il 23 agosto. Ma il Modernissimo quando apre?
"Manca poco, presto arriverà l’annuncio".