Bologna, 4 febbraio 2024 – Lo spreco alimentare vada fuori dalla classe, o dietro la lavagna. Di sicuro, non dovrà più mettere piede a mensa, almeno in nessuna delle mille e più servite da Camst group nelle scuole del centro e del nord dell’Italia. Fuori lo spreco, dentro lo Sprecometro.
Mattia Grillini, vicepresidente di Camst group, di che cosa si tratta?
"Lo Sprecometro è un’app sviluppata dallo spin-off Last Minute Market con l’Università di Bologna nel cantiere dell’Osservatorio Waste Watcher International sul cibo e sulla sostenibilità. È disponibile per tutti i cittadini e la sua funzione è di misurare lo spreco di cibo domestico. Ecco, l’idea che abbiamo avuto confrontandoci con il prof Andrea Segré (ordinario di economia circolare e politiche per lo sviluppo sostenibile dell’Università di Bologna, fondatore e direttore scientifico della campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero, ndr) e con il team di Last Minute Market è di adattare l’app anche alla refezione scolastica".
E come funziona?
"Beh, in realtà in modo molto semplice. È un sistema di monitoraggio che coinvolgerà gli insegnanti e i bambini. Mi spiego: saranno misurati automaticamente, in grammi, gli sprechi attuati dalle classi, cioè quello che resta nel piatto, tanto per capirci. E saranno gli insegnanti a farlo. Poi sarà valutato l’impatto dello spreco sull’ambiente, in termini di impronta idrica e carbonica. In base ai risultati ottenuti, agli insegnanti saranno poi forniti dei materiali informativi (video, schede e quiz), che potranno utilizzare per sensibilizzare i bambini sul tema, per prevenire gli sprechi e per potenziare le buone pratiche di educazione alimentare".
Quando cominciate?
"Subito. A breve inizieremo a fare test con gli insegnanti e le scuole, così da avere uno strumento già rodato, sviluppato su misura per la funzione educativa. Dopo la fase di sperimentazione, l’obiettivo è di introdurre l’app già dal prossimo anno scolastico, quindi a settembre".
Quanti bambini saranno coinvolti?
"Le do i nostri numeri: ogni giorno 250mila bambini mangiano nelle mense della Camst tra scuola dell’infanzia e primaria, circa un migliaio di plessi scolastici nel centro e nel nord dell’Italia, in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Piemonte".
Come nasce il progetto?
"Partiamo dall’idea che la refezione scolastica non è soltanto un momento di nutrizione, ma anche di socialità e di educazione verso il cibo. E da sempre la nostra azienda è impegnata in attività di educazione nelle scuole. Non ci limitamo cioè a gestire i servizi di ristorazione, ma supportiamo le scuole e le famiglie attraverso tanti progetti con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema del contrasto allo spreco alimentare. Siamo convinti che con lo sviluppo di una maggiore consapevolezza sul valore del cibo e sugli effetti negativi che lo spreco può avere per l’ambiente e per noi stessi, si possano raggiungere degli obiettivi importanti, in primis quello dello spreco zero".