ALICE PAVAROTTI
Cronaca

Chiude dopo 35 anni la libreria di Cinema, Teatro e Musica a Bologna

In via Mentana, zona Universitaria, un punto di riferimento per appassionati, anche del calibro di Umberto Eco

Il libraio Ivan Cipressi e la vetrina della libreria in via Mentana

Il libraio Ivan Cipressi e la vetrina della libreria in via Mentana

Bologna, 17 ottobre 2024 – Per trentacinque anni è stato il punto di riferimento per appassionati di cinema, teatro, musica, per gli studenti, per figure del calibro di Umberto Eco, o per chiunque avesse piacere di immergersi in vetrine di cultura, a stretto contatto umano con il proprietario: la storica libreria di via Mentana chiuderà a fine anno i suoi battenti, e a raccontare le motivazione è il colto libraio Ivan Cipressi, che in questi anni ha sempre gestito da solo l’attività.

Ivan Cipressi, qual è il motivo della chiusura?

“Si tratta innanzitutto di una scelta di ordine personale legata all’età anagrafica da pensione: ho voglia anche di dedicarmi ad altri progetti, dopo tanti anni di gestione in solitaria”.  

A che cosa si riferisce?

“Collaboro con il Cineclub magnifica illusione del Cinema Perla, sto per fare dei corsi alla Primo Levi, ho una serie di miei interessi che spero di continuare a coltivare”.  

Non ha trovato nessuno a cui passare il testimone?

"No, l’ho cercato, ma questo è un lavoro difficile adesso, ancora di più di quanto non lo fosse trentacinque anni fa”.  

Secondo lei quali sono le ragioni?

"Sicuramente il commercio online è stato un duro colpo per le piccole librerie indipendenti. Nel mio caso poi ho notato una flessione della presenza di studenti, che erano un riferimento per me, soprattutto quelli del Dams e delle facoltà umanistiche. Studiare a Bologna è diventato proibitivo, ormai solo i ricchi possono permetterselo: trovare una sistemazione abitativa è sempre più complesso, i prezzi sono altissimi anche perché l’impennata turistica rapida ha comportato l’aumento di affitti brevi”.

Lei dunque ha risentito anche del turismo…

"Assolutamente, c’è stata una ricaduta su tutte le attività come la mia, il tipo di offerta commerciale è vocata all’afflusso turistico, è cambiata la fisionomia della città e i negozi più remunerativi adesso sono di altro genere. Manca il ritorno, che è fondamentale: sembra banale, ma una libreria deve riuscire a vendere i libri, non basta che venga riconosciuta la particolarità del luogo, pur essendo molto gradito”.  

Non crede dunque che potrebbe aprire una libreria al suo posto?

"Ne dubito fortemente e onestamente, nonostante tutte le forze e l’entusiasmo che un mio giovane collega possa avere, non so se glielo consiglierei in questo momento, almeno non nella mia tipologia di materia. Forse una libreria indipendente che si occupa di narrativa può ancora funzionare”.  

Trentacinque anni sono molti, avrà moltissimi ricordi a cui è legato…

"Ne ho di bellissimi: la cosa che ricordo con più affetto è prendersi del tempo con chi arriva in libreria, interagire con le sue richieste, donargli conoscenza e riceverne altrettanta, discutere di libri, film e molto altro. È vivificante, credo sia la cosa che mi mancherà di più. Non sai mai chi varcherà quella porta, è un aspetto quasi teatrale e di curiosità”.  

A proposito di ciò, sono moltissime le personalità che negli anni sono entrati da lei

"Ho avuto frequentatori regolari come Leo de Berardinis, Umberto eco, Franco La Polla che ricordo con grandissima ammirazione, tanti studenti, tanti studiosi, chi doveva preparare un'audizione e veniva a chiedere consiglio, insomma di tutto”.  

Prima della chiusura festeggerete i trentacinque anni di apertura?

“Sì, festeggeremo il 26 ottobre con gli amici di questi anni di attività e una nuova fase della mia vita”.