Quando arriva la notizia della scomparsa di don Giovanni Nicolini il cardinale Matteo Zuppi è a Roma dove, insieme, agli altri vescovi dell’Emilia Romagna sta presentando a papa Francesco lo stato di salute delle diocesi coinvolte nella visita ‘ad limina apostolorum’. Pur essendo impegnato in questo fino a sabato mattina, l’arcivescovo domani pomeriggio risalirà a Bologna per celebrare i funerali del sacerdote. "Don Giovanni – spiega Zuppi – univa a una raffinata cultura un infaticabile impegno sociale, una instancabile vita di preghiera e una grande sensibilità spirituale. Nella sua vita la Parola di Dio era centrale avendo una grande attenzione ai segni dei tempi. Era sempre in dialogo col sorriso sulle labbra e con tanta ferma mitezza, la condivisione era un metodo di vita".
Altrettanto immediato è stato il messaggio di cordoglio dell’ex presidente del Consiglio, il professor Romano Prodi. "Esprimo profondo dolore per la scomparsa di don Giovanni Nicolini – ha scritto – di cui sono stato amico fin dai tempi degli studi a Milano. Figlio spirituale di Don Giuseppe Dossetti, don Giovanni è stato un sacerdote al servizio dei più poveri e degli emarginati. Un apostolo delle carceri, con lo sguardo rivolto al mondo: la sua vocazione per i più deboli non gli ha impedito di esprimere la passione per la politica concepita non come contesa, ma come esperienza di condivisione. Ci mancherà la sua passione, la sua intelligenza, la sua profonda umanità e quella sua straordinaria capacità di aggregare, come fu per la comunità sorta attorno alla parrocchia di Sammartini di Crevalcore".
Il presidente della regione Stefano Bonaccini ha sottolineato come don Nicolini sia stato in grado raccogliere il testimone di diverse esperienze che avevano come comune denominatore l’attenzione agli ultimi. "La sua vita – spiega il governatore – è stata segnata da grandi personalità ed esperienze straordinarie: Dossetti, il Concilio Vaticano, Lercaro, don Milani, i grandi filosofi. Tutto questo l’ha portato ad affiancare i poveri. Oggi ci sentiamo tutti più soli, ma rimane in noi il suo sorriso, la sua capacità di ascoltare, accogliere e dare parole di speranza, quel forte senso di pace e giustizia che sapeva trasmettere". Chi ora continuerà la sua opera è il quesito che si pone la segretaria del Pd Elly Schlein, sapendo che non sarà facile colmare questo vuoto: "È un dolore per tutte e tutti noi, la sua scomparsa. La sua è stata una presenza forte e costante accanto a chiunque si trovasse in difficoltà. Mancherà la sua guida e mancherà tanto il suo esempio". Una assenza che si farà sentire soprattutto a Bologna dove don Giovanni era una delle voci spesso fuori dal coro e che, per questo motivo, andava a comporre una coscienza critica. "La sua scomparsa ci addolora molto – a parlare è il sindaco Matteo Lepore – chi di noi ha avuto la fortuna di conoscerlo nei vari luoghi del suo impegno negli anni, alla Caritas, al carcere Dozza o tra le corsie del Sant’Orsola, ha imparato a volergli bene per quel modo di spendere la propria vita al servizio degli altri, degli ultimi e degli emarginati. Una vita che ha testimoniato non solo fede profonda, ma anche grande amore per la democrazia, per la sua promessa di non lasciare indietro nessuno". Infine il saluto di Daniele Ravaglia, vicepresidente di Confcooperative Terre d’Emilia: "Ho sempre sentito vicino il suo messaggio di pace, tante volte espresso in città. Confcooperative ha visto da vicino il suo operato di grande promotore e animatore delle cooperative sociale del nostro territorio. La sua presenza e la sua attività ci ha aiutato a non chiudere gli occhi sulle tante fragilità che troppo spesso, anche a Bologna, è comodo non ricordare. La capacità di trasformare il problema in opportunità, la caduta in nuovo cammino, le fragilità in energia creativa continueranno a ispirare il lavoro dei cooperatori".
Massimo Selleri